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penso che siamo ancora nel Medioevo del pensiero umano; siamo nell'anno 2025 e occorre prendere consapevolezza che comuni al di sotto di 3 o 4 mila abitanti devono raggrupparsi per diverse ragioni quali: il continuo abbassamento dei finanziamenti pubblici, una politica territoriale, per quanto concerne viabilità, trasporti, razionalizzazione del personale, manutenzione del territorio collinare e boschivo, investimenti per strutture immobiliari pubbliche compartecipate e via dicendo. La creazione delle Città Metropolitane è un ulteriore aggravio burocratico di cui i componenti, eletti per nomina e non per voto popolare, possiedono conoscenza del territorio specifico quasi uguale a zero. I dibattiti con i residenti sono sempre una cosa positiva; ci saranno idee molto diverse ma l'ascolto dei singoli contributi è di fondamentale importanza. Ragionare in modo partecipato ed oggettivo e non per schieramento di appartenenza dovrebbe essere un percorso auspicabile nella politica di oggi, sempre più con la P minuscola; siamo al mestiere, ci si tiene la poltrona per decenni, si diventa professionisti con un alto grado di cecità e poco pragmatismo.