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Il buffet «privato» in Comune a Rivarolo pagato con i soldi delle tasse

Bertot: «Hanno usato la ditta della mensa pagata dai cittadini per il buffet di Natale»

Il buffet «privato» in Comune a Rivarolo pagato con i soldi delle tasse
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Il buffet «privato» in Comune a Rivarolo pagato con i soldi delle tasse. Scoppia il caso della Festa dei dipendenti del Comune che hanno brindato usando l’appalto pubblico per un evento privato.

Il buffet «privato» in Comune a Rivarolo pagato con i soldi delle tasse

Ha il ticchettio di una bomba (politica) ad orologeria quella che il Gruppo Riparolium ha posizionato in sala consiliare con l’ultima interrogazione - questa in particolare - a risposta scritta. Già dal titolo della missiva esplosiva che Fabrizio Bertot e Aldo Raimondo hanno confezionato e firmato si comprende che la materia del contendere sarà oggetto di discussione accesa e dai toni sicuramente forti.

L'interrogazione

«Scriviamo per chiedere al Sindaco alcuni dettagli sul rinfresco svoltosi presso il palazzo comunale il 23 Dicembre». Dettagli che i due consiglieri chiedono per capire chi il buffet per gli auguri (non pubblici) di Natale l’abbia pagato. Se, come appare dai documenti in possesso dal gruppo di opposizione, siano stati tutti i contribuenti di Rivarolo, o meglio, i genitori dei figli che usufruiscono della mensa scolastica. Nel documento protocollato si legge ancora. «In particolare si chiede: Chi dei consiglieri e degli assessori comunali ha partecipato al piacevole evento. Quali consiglieri ed assessori sono stati invitati a partecipare e chi ha provveduto agli inviti. Chi ha disposto la prenotazione del buffet alimentare presso l’azienda che si occupa della ristorazione scolastica ricorrendo al capitolato di appalto della stessa. Per quale ragione è stata utilizzata per un evento non pubblico e riservato la disponibilità dell’appalto della mensa scolastica».

L'evento privato

In buona sostanza con questa interrogazione Bertot vuole capire se è stata utilizzata l’azienda che ha in appalto il servizio mensa nelle scuole della città, per un evento previsto nel capitolato, ma che non ne avrebbe avuto però i crismi. Al punto «B6» del contratto, alla voce migliorie per ottenere un massimo di 5 punti da sommare alle altre specificità del servizio per ottenere la commessa si prescrive: fornitura di servizi catering per rinfreschi in occasione di un numero massimo di 10 eventi pubblici organizzati dal Comune (culturali, sociali, scolastici, sportivi ecc..) con una varietà minima di 5 preparazioni/presentazioni (dolce-salato) e 4 bevande analcoliche, per una media di 100 persone ad evento».

Chiarimenti

Va da sé, che Bertot e Raimondo - avuta la «soffiata» del brindisi a Palazzo tra pochi eletti (non solo in senso politico) - non potevano farsi sfuggire un piatto così ghiotto. Tant’è che l’interrogazione si chiude con alcune domanda di carattere amministrativo per andare a toccare un nervo scoperto. «Si chiede se rientra nell’ordine dei pensieri del sindaco utilizzare in questo modo le “migliorie” dell’appalto delle mense scolastiche finanziate, quale servizio a domanda individuale, prevalentemente con le rette delle famiglie». Non solo. «Se, viste le lamentele di molte famiglie apparse sui giornali circa la qualità dei pasti forniti nelle scuole, il sindaco ed i suoi fortunati convenuti hanno voluto con questo verificare personalmente la professionalità dall’azienda». E, infine, fatto tutt’altro che secondario: «Copia del riscontro con il quale l’amministrazione ha disposto il servizio all’impresa incaricata». Quest’ultimo passaggio per capire da quale ufficio di Palazzo Lomellini è partito l’ordine per il catering natalizio, in buona sostanza chi si è assunto la responsabilità di attivare un servizio previsto nel capitolato d’appalto, ma che da una prima ricostruzione non aveva i contorni - ops, la metafora culinaria forse non è la più appropriata - i confini di evento pubblico organizzato dal Comune, in quanto Ente. Infine Bertot: «Mi aspettavo, almeno, che il sindaco più pagato della storia di Rivarolo, il brindisi di Natale lo offrisse lui e non i suoi contribuenti, o meglio, i genitori dei bambini che frequentano le scuole della città».

La risposta del sindaco

E’ pronto alla «battaglia» dialettica che si scatenerà in Consiglio comunale il sindaco Alberto Rostagno sul «buffet-gate» di Natale. «Chi era presente quel giorno - commenta il sindaco di Rivarolo Alberto Rostagno - può confermare che appena ho preso la parola per portare il mio saluto ai dipendenti, ho iniziato il mio discorso ringraziando il dottor Maggio (il segretario comunale, ndr) per aver organizzato l’appuntamento conviviale». Dunque, il primo cittadino conferma che il 23 dicembre in Comune c’è stata una sorta di festa degli auguri per i dipendenti pubblici. «Sì, lo confermo. In consiglio risponderò io in merito all’interrogazione presentata in qualità di sindaco ma ritengo di non avere alcuna responsabilità, perché la decisione di organizzare quel momento di saluto è stata presa dal capo personale, il dottor Maggio, che ha preso in prima persona questa iniziativa. Ovviamente risponderò in quanto organo politico, i tecnicismi, invece, li integrerà il segretario». Sul punto, poi, che quello fosse un appuntamento pubblico o meno Rostagno conferma: «No, non lo era: non era una cosa aperta al pubblico. Ripeto, il dottor Maggio in quanto responsabile del personale che lavora in Comune ha ritenuto opportuno organizzare questo momento di saluto con tutti gli impiegati, ovviamente non hanno partecipato tutti, ed è anche vero che io non mi sono opposto, anche se non sono io, ripeto, che l’ho organizzato». Tra l’altro, prima del Covid quella degli auguri a Palazzo era una vera e propria tradizione. «Sì, esatto», conferma il primo cittadino. «Prima del Covid lo si faceva, lo organizzavo io a mie spese; poi dopo la pandemia e il ritorno alla normalità non l’abbiamo più fatto». E su chi fosse presente del Consiglio comunale o della Giunta, il primo cittadino sottolinea che «ricordo di esserci andato ma chi ci fosse di preciso diventa difficile ricordarlo, rischierei di dire un nome per un altro. So per certo di esserci andato e di aver preso la parola. L’o rganizzazione, invece, è stata del segretario che ho ringraziato pubblicamente dell’invito che mi aveva fatto pervenire, così come quello che avevano ricevuto anche gli altri partecipanti».

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