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Jessica Costanzo: "Deposito scorie nucleari, decidono sulla pelle dei cittadini senza ascoltare il territorio"

La deputata torinese di “L’Alternativa c’è” era presente all’incontro pubblico dell’1 luglio a Chivasso: ecco le sue considerazioni.

Jessica Costanzo: "Deposito scorie nucleari, decidono sulla pelle dei cittadini senza ascoltare il territorio"
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La deputata Jessica Costanzo interviene sul tema del deposito nazionale di rifiuti radioattivi: "Deposito scorie nucleari, decidono sulla pelle dei cittadini senza ascoltare il territorio".

Jessica Costanzo sul deposito scorie nucleari

Giovedì 1 luglio si è svolto l’incontro pubblico a Chivasso con la cittadinanza sul tema dei rifiuti nel Canavese e Chivassese, alla luce dell'ipotesi di un insediamento nel territorio di un deposito nazionale di rifiuti radioattivi e in considerazione dei carichi ambientali già presenti. Era presente anche la deputata Jessica Costanzo, a cui abbiamo chiesto alcuni chiarimenti.

«Ho iniziato a interessarmi della questione scorie nucleari a gennaio, da quando il Ministero dell'Ambiente ha reso note le aree potenzialmente idonee, e a marzo, con l'aiuto dei sindaci e delle associazioni ambientaliste, ho presentato con alcuni colleghi di “L’Alternativa c’è” una mozione in Aula per chiedere un impegno a evitare di individuare il deposito nazionale delle scorie in luoghi già colpiti dal punto di vista del carico ambientale come il Chivassese».

Il parere negativo della Città Metropolitana

Durante la serata è stato annunciato sia il parere negativo della Città Metropolitana a ospitare una discarica a biometano nell'area, sia l’invio a Sogin, ente attuatore del progetto, delle osservazioni contrarie a ospitare il deposito.

«Nelle scorse settimane ho seguito le diverse audizioni sul tema in una commissione ad hoc. Il mio intento era quello di informare sui contenuti e sulle criticità emerse dalle audizioni sul progetto in sé, che potevano essere fatte proprie anche dal territorio. Sarebbe stato utile condividere queste criticità durante la fase cosiddetta di “confronto pubblico”, tra cui quelle interne al funzionamento della stessa Sogin, che dovrebbe realizzare il sito. Non vorrei che il minuzioso lavoro delle amministrazioni locali e delle associazioni ambientalisti nell’elaborare le osservazioni contrarie e il parere negativo della Città Metropolitana di Torino all’ipotesi di installare un impianto per la produzione di biometano nel territorio di Caluso, al confine con Mandria e Mazzè, avessero alimentato troppe false speranze o illusioni, ma questo è il parere di una cittadina. Purtroppo non c'è stato un vero e proprio dibattito per rispondere anche ai dubbi e alle domande della cittadinanza, per cui ritengo doveroso informare i cittadini a mezzo stampa».

Le osservazioni della Commissione scientifica

Cosa avrebbe voluto che emergesse?

«Avrei voluto sollevare le osservazioni poste dalla Commissione scientifica sul decommissioning. Questo organismo indipendente si è costituito nel 2013 col compito di fornire informazione tecnico-scientifica sulla gestione delle scorie radioattive e di seguire l’azione del Governo sul tema. La Commissione innanzitutto ha espresso profonda contrarietà - avvalorata dalla letteratura scientifica internazionale - all’ipotesi di collocare in un unico deposito sia i rifiuti di bassa-media attività, sia lo “stoccaggio temporaneo” dei rifiuti di alta attività, i più pericolosi».

Conseguenze per il territorio

Questo cosa comporta per il nostro territorio?

«Lo “stoccaggio temporaneo” richiederebbe un vero e proprio impianto nucleare, che custodisca per decenni i rifiuti ad alta attività. La Commissione ha poi richiesto a gran voce una Vas (Valutazione Ambientale Strategica) per verificare la compatibilità di un unico sito sia per i rifiuti di bassa e media attività che per lo stoccaggio “temporaneo” dell’alta attività. Infine ha sottolineato si debba poi prevedere per legge il diritto di recesso della popolazione coinvolta, come già si è fatto in Francia, il Paese più “nucleare”, dove però si è proceduto con molta maggior attenzione al consenso informato. È quello che chiederò in Parlamento anche per l'Italia, quindi valido anche per il territorio della Città metropolitana di Torino».

Cosa dobbiamo aspettarci adesso?

«Auspico un maggior lavoro di squadra, meno polemico e più pragmatico, mettendo da parte logiche di partito e antipatie: nocivi al territorio quanto le scorie nucleari!».

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