Lettera aperta dell’Ami sui piccoli comuni con una sola lista

Rischio commissariamento?

Lettera aperta dell’Ami sui piccoli comuni con una sola lista

Lettera aperta dell’Ami sui piccoli comuni con una sola lista alle prossime elezioni: rischio commissariamento?

Lettera aperta

In ben 15 Comuni su 50 dell’Eporediese alle prossime elezioni si presenterà una sola lista! Inizia così la lettera  aperta dell’Ami. E sono tutti piccoli Comuni, e anche qualcuno non piccolissimo. Molte sono certamente le cause: dal ridotto interesse per la vita pubblica, dall’invecchiamento della popolazione, dalla riduzione del tempo libero per chi un lavoro
ce lo ha, ma la componente più importante è che molti cittadini dei piccoli Comuni hanno capito la sostanziale inutilità e i rischi personali (anche penali) di impegnarsi nella
gestione del loro Comune, a fronte di una limitatissima possibilità di portare mutamenti significativi alla vita dei loro concittadini.

La riflessione

E se da un lato bisogna ringraziare coloro, e sono molti, che si impegnano per spirito di servizio, in altri casi appare legittimo il sospetto che anche la modesta retribuzione
prevista per i sindaci possa apparire attraente a chi si trova in situazioni lavorative o professionali incerte o non soddisfacenti Questo è certamente ed in primo luogo un danno alla partecipazione ed alla vita democratica, proprio nelle sue ramificazioni più fini. Ma è fuori dubbio che le attuali ridotte dimensioni di molti comuni generano, tra l’altro, servizi ridotti al minimo e costosi e fanno mancare le risorse umane e finanziarie per migliorare il proprio territorio e la qualità della vita dei propri concittadini. Alcuni Comuni hanno 2-3 impiegati e un segretario comunale presente qualche ora alla settimana!

L’appello

La conseguenza è sotto i nostri occhi: pochi si candidano e nei 15 Comuni non ci sarà neppure il pungolo dell’opposizione a stimolare e controllare il Sindaco.  Se poi i votanti saranno inferiori al 50%, è in arrivo il commissario prefettizio, con ulteriore difficoltà di guardare al futuro. Ancora una volta ci domandiamo come si possano chiudere gli occhi davanti a questo chiaro segnale e sognare identità nostalgiche. Appare ormai urgente trovare risposte di tipo strutturale creando Comuni più forti attraverso un processo di fusione.
In Val Chiusella già operano due fusioni approvate l’anno scorso; in Piemonte sono 21; in Italia 140. Cosa aspettiamo per avviare riflessioni e poi progetti comuni su questo tema? Che nessuna lista si presenti alle elezioni comunali nei prossimi anni? Che i Comuni siano a poco a poco governati da commissari prefettizi, facendo contenti coloro che ricordano con nostalgia i podestà di nomina governativa?