L'opposizione senza sconti di Helen Ghirmu a Zucco Chinà
«Quando parli di minoranze etniche e non di inclusione, caspita, abbiamo molto da fare affinché in Rivarolo non si alimentino certi concetti di cui abbiamo sentito parlare in campagna elettorale».
L'opposizione senza sconti di Helen Ghirmu a Zucco Chinà, per i prossimi 5 anni.
L'opposizione senza sconti
Consigliere Helen Ghirmu, giusto il tempo dello spoglio delle schede e da assessore uscente e potenziale sindaco oggi si ritrova tra i banchi della minoranza: ha già fatto il cambio della “muta”? E’ entrata nell’ottica del cambio di vedute (non fosse altro per la nuova seduta a Palazzo Lomellini) e di azione politica… di opposizione?
“Di opposizione costruttiva aggiungerei, anche se è difficile cambiare muta. E devo dire che nei primi giorni la sensazione è stata quella di non cambiarla. Quando lavori per anni alla tua città, realizzi progetti, li segui è naturale che tu li senta ancora tuoi, anzi, nostri. E proprio in tal senso ho avuto il piacere di incontrare il sindaco Zucco Chinà per fare un minimo di passaggio di consegne: gli lasciamo un’ampia eredità. Il loro operato risulterà ricchissimo: penso al distretto del commercio, i lavori di corso Italia in appalto, i campi da calcio, gli investimenti per mensa e palestra alla scuola di Argentera, tra l’altro frazione che ci ha “castigato” nel segreto dell’urna, e poi Villa Vallero in dirittura di arrivo, insomma, per i prossimi 2-3 anni ne avranno nastri da tagliare grazie al nostro operato”.
Nel senso, che saranno tutti nastri vostri?
“Non nostri, ma della Città. Di una squadra che è stata criticata per aver fatto poco che invece di cose ne ha fatte, altrimenti le prossime inaugurazioni non ci sarebbero. E ripartiremo da lì, anzi, siamo già ripartiti con il gruppo Energia per Rivarolo perché c’è ancora tanta voglia di fare e se lo spirito rimane ci sono ancora tante cose belle da realizzare; adesso siamo in una fase di reazione positiva”.
Ghirmu, mi sembra di capire che la sconfitta è stata metabolizzata?
“Si.. per forza di cose. Ed è anche giusto che la reazione ci sia. Dopo lo sconforto, la rabbia ora c’è la dimensione costruttiva e di identità. Anche perché già dopo il primo consiglio ci si inizia a rendere conto cosa significa uscire dall’Amministrazione Rostagno, molto equilibrata, a quella attuale”.
Che cosa intende?
“Beh, nel momento in cui un esecutivo decide di non avere un assessore allo sport e agli affari sociali, anche se ha dei consiglierei dedicati così come li avevano tutti, sono scelte politiche molto chiare. Quando parli di minoranze etniche e non di inclusione, caspita, abbiamo molto da fare affinché in Rivarolo non si alimentino certi concetti di cui abbiamo sentito parlare in campagna elettorale. Ma tutto questo, però, senza “disegnare” una Città, la nostra, che così non è. E’ indispensabile che tutti i gruppi consiliari siano responsabili nel far percepire il nostro paese nella sua realtà, che ammetto io vorrei più inclusiva. C’è una dimensione sotterranea poco gradevole. E ci impegneremo a combattere quel pensiero con la cultura. E io per prima mi fermo qui per non alimentare quella narrazione che Rivarolo non merita. E per evitarlo, faremo cultura, per descrivere la Rivarolo che ci piace di più”.
Con il voto, per la precedente amministrazione che lei rappresentava in continuità è finita una stagione. Ora è lei la leader?
“Sì, ma la leader dei lupi, però. Quella circolare, capace di rendersi conto e valorizzare le capacità dei componenti del gruppo. Un gruppo che è numeroso e preparato. E non rinnego ciò che dissi dopo lo spoglio: abbiamo ottime competenze e persone importanti per la città. La capacità e la passione devono rimanere alte. Non è da sottovalutare il capitale umano che c’è al nostro interno. E se per leader si intendo tutto questo, allora la risposta alla domanda è sì.
Come sarà la sua, vostra, azione di controllo?
“Attraverso lo studio matto e disperato degli atti. Abbiamo inoltre anche la fortuna di conoscere molto bene la macchina amministrativa c’è chi come Cerrano, vanta 40 anni di esperienza in ambito comunale, nonostante lo “scivolone” di eleganza del sindaco che in Consiglio ha detto: “chi parla ha più esperienza di chi pone l’interrogativo” e l’interrogatico lo stava ponendo Cerrano, appunto. E il punto era sulla differenza tra assessore e consigliere delegato che non è solo una questione di etichetta, perché all’esterno il ruolo viene percepito in maniera diversa, al di là della competenza del singolo: la libertà di azione si un assessore è diversa e superiore di quella di un consigliere”.
Maurizio Vermiglio