Rivarolo Canavese

Marina Vittone diserta la riunione della sinistra

Si complica la corsa alle elezioni per il gruppo di maggioranza che vorrebbe imbarcare anche un pezzo dell'opposizione: Rivarolo Sostenibile.

Marina Vittone diserta la riunione della sinistra
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Marina Vittone diserta la riunione della sinistra per decidere il candidato alle prossime elezioni: aria di rottura?

Marina Vittone diserta

Ora, immaginare Marina Vittone mercoledì scorso seduta sul divano di casa davanti alla Tv (come gli altri 16 milioni di italiani incollati al Festival di Sanremo) a tifare Angelina Mango o Fiorella Mannoia, non conosciamo i suoi gusti musicali, ai più sfugge come immagine da associarle. Lei, Marina, sempre attenta e determinata in Consiglio comunale o in commissione, preparata e precisa, possibile che abbia passato la serata a canticchiare questo o quel «motivetto» suonato dal Teatro Ariston anziché partecipare alla riunione del gruppo (di maggioranza) che sta programmando l’assalto elettorale (dell’8 e 9 giugno 2024) per guidare la Città nei prossimi cinque anni? Anche perché fino al summit precedente, la leader di Rivarolo Sostenibile non ha mai nascosto l’ambizione di voler essere la punta dell’iceberg della lista del dopo Alberto Rostagno, anzi, si è dichiarata apertamente come l’antagonista di Helen Ghirmu, colei che il gruppo di assessori ha indicato come l’unica capace di dare continuità all’azione di governo degli ultimi dieci anni.

Non si presenta

Eppure, senza preavviso, senza motivarne la causa, Marina Vittone (e con lei Sandra Ponchia) nel «solito» locale di Vesignano non si è presentata.
Alcuni del loro gruppo sì. Ma loro no. Dunque: assenza che assume un «valore» politico? E’ solo una casualità il fatto che le due consigliere di Rivarolo Sostenibile non abbiano partecipato? Oppure c’è qualche insofferenza verso il percorso che da mesi stanno conducendo per arrivare ad una sintesi? Difficile da decifrare, ma a complicare i piani potrebbe esserci stato l’incontro propedeutico al summit plenario del 7 febbraio, tra le «duellanti» Vittone e Ghirmu accompagnate per l’occasione, la prima, dalla «fedele» Ponchia e la seconda dalla collega di Giunta e partito (Pd) Costanza Conta Canova. Incontro a quattro organizzato (in campo neutro) per trovare una mediazione sulla posizione delle due contendenti. Una partita a poker con in palio il ruolo di leader «ufficiale» e quello di vice. Fissando anche i paletti affinché tutto ciò avvenga. E i bene informati sostengono che la «quadra» non sia stata trovata e che la soluzione indicata dalla maestra di frazione Argentera affinché accettasse il ruolo comprimario da vice sindaco (in caso di vittoria alle elezioni, of course) non sia stata giudicata congrua dalla controparte. Troppo alta (in termini di poltrone) la posta messa sul tavolo dal gruppo consiliare Rivarolo Sostenibile per essere accettata.

Cosa succede?

Dunque, cosa succederà adesso? Il tavolo di lavoro continuerà, ovviamente, ad ospitare intorno a sé tutti gli attori protagonisti che vorranno continuare in maniera comune a scrivere il programma da presentare agli elettori e formalizzare il candidato e la lista dei consiglieri. Il nodo da sciogliere, però, ora è: con o senza Marina? Possibile che la lady di ferro dell’opposizione rompa il dialogo con la maggioranza e si presenti come nelle ultime due tornate elettorali (ovvero come da dieci anni a questa parte) sola contro tutti? Con solo lo zoccolo duro della sua lista (Rivarolo Sostenibile) e del movimento ambientalista Non Bruciamoci il futuro? A sinistra non credono che questa possa avvenire e quindi tengono il punto: «Helen Ghirmu continua ad essere la nostra (unica) candidata», è il mantra che ci si sente ripetere. E in aggiunta: non basta la teoria dell’anzianità di servizio per elevarsi a leader perché se così fosse, a questo punto Fernando Ricciardi sarebbe già stato «incoronato». Dall’altra parte Marina Vittone continua a meditare sul da farsi e di «arrendersi» all’idea di essere (solo) la numero due non ci pensa. Ma al di là dei ruoli di questa o quella, ciò che non sta funzionando è la «fusione a freddo». Le anime della colazione non stanno formando un vero «gruppo» politico, ma l’agglomerato di più fazioni (in particolare una) che pone sempre dei «distinguo», più che sottolineare i punti di unione. E questo, anche in caso di accordo, potrebbe creare anche dei problemi di governabilità, in caso di successo elettorale. Nel frattempo i contatti continuano le diplomazie (falchi e colombe) sono all’opera per tentare fino all’ultimo di presentarsi alle elezioni compatti e uniti, per avere il massimo delle chance di riuscita. Altrimenti, la frantumazione del voto su due candidati della stessa area potrebbe essere l’assist che Fabrizio Bertot sta aspettando prima di fare la sua prossima mossa.
Maurizio Vermiglio

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