Polemica sugli orari del Comune: Bertot attacca, il sindaco difende il lavoro degli uffici
L’ex sindaco critica l’Open Day dell’Anagrafe e denuncia le aperture ancora ridotte post-Covid. Zucco Chinà replica: «Gli uffici lavorano con impegno, serve tempo per tornare alla normalità»

Rivarolo, polemica sugli orari del Comune: Bertot attacca, il sindaco difende il lavoro degli uffici. L’ex sindaco critica l’Open Day dell’Anagrafe e denuncia le aperture ancora ridotte post-Covid. Zucco Chinà replica: «Gli uffici lavorano con impegno, serve tempo per tornare alla normalità».
Rivarolo, polemica sugli orari del Comune
«Qualcosa mi sfugge: ma davvero lavorare in una mattina feriale è considerato un evento straordinario? Che tristezza… pensavo che i cittadini meritassero qualcosa di meglio, ma tant’è». Parole di Fabrizio Bertot. Che rianimato nella sua verve politica, dopo l’attacco alla maggioranza nell’ultimo consiglio comunale evento più unico che raro dall’9-10 giugno 2024 (giorno della vittoria delle elezioni da parte di Martino Zucco Chinà), ora torna nuovamente alla carica via social, rispolverando un suo vecchio cavallo di battaglia, con cui spesso aveva battibeccato con il precedente sindaco, Alberto Rostagno. Ovvero: gli orari di apertura al pubblico troppo ristretti del Comune, in particolare del servizio anagrafe, ma più in generale di un Ente che dalle restrizioni post Covid, non è mai uscito dall’”emergenza”. Ancora oggi gli orari sono quelli del dopo lockdown, di cui da poco si è ricordato la triste ricorrenza dei 5 anni dalla sua istituzione. Il riferimento è all’«Open Day» lanciato dal Comune di Rivarolo per tagliare le code e le attese per avere la carta d’identità elettronica, il tutto con l’obiettivo di potenziare i servizi offerti al pubblico, con un’apertura straordinaria dell’Ufficio Anagrafe per il rilascio, appunto, della «Cie», senza prenotazioni fino ad esaurimento delle disponibilità.
La difesa del sindaco Zucco Chinà
La difesa d’ufficio (non solo Anagrafe) arriva direttamente dal primo cittadino Martino Zucco Chinà. «Ogni consigliere – sottolinea il sindaco - ha il diritto di esprimere il proprio punto di vista. Ma noi come Amministrazione, abbiamo una visione privilegiata del lavoro degli uffici, che negli ultimi anni è stato aggravato da attività sussidiarie non direttamente legate alle loro mansioni ordinarie perché non sono stati completamente risolti i problemi legati alla digitalizzazione degli uffici. Ad esempio, la risorsa informatica, affinché diventi un vantaggio in termini di ore-lavoro, deve essere ancora affinata. Sandra Ponchia, assessore di riferimento, sta verificando il livello di efficacia ed efficienza dei software. Quello che in teoria dovrebbe comportare dei vantaggi, al momento non si sta verificando. Di conseguenza, gli uffici sono impegnati in uno “learing by doing” (imparare facendo)”. Forza lavoro, quella di Palazzo Lomellini, che il sindaco non ha mai perso occasione di elogiare. “Detto ciò, ho espresso più volte in Consiglio il mio apprezzamento per la disponibilità che i funzionari e gli impiegati del Comune stanno mostrando fin dall'inizio della mia amministrazione. Lavoriamo per obiettivi, piuttosto che per mansioni, il che ci permette di interpretare i tempi e i modi in maniera più aziendale e meno da ente pubblico. Mi capita di dover parlare con i funzionari, anche oltre l'orario di lavoro, e trovo sempre la loro disponibilità, inclusa la domenica, se necessario, e ottengo sempre riscontro positivi”.
Perché resta l'orario ridotto...?
Resta però aperto il tema del perché l’orario di apertura ai cittadini sia ancora quello ridotto del periodo pandemico. «Il fatto che si parli di un periodo post-Covid significa che siamo ancora in una fase che non è completamente rientrata nell'ordinario. C'è stata l’emergenza e ora, nel post, stiamo smaltendo una serie di attività di back office che sono legate all'emergenza. Dare risposte a una serie di richieste dati, legate all'emergenza, è necessario per monitorare l'andamento attuale. È ovvio che mi auguro di tornare alla normalità prima del 2020, ma avverrà quando questa serie di richieste e dati di informazioni verranno archiviati definitivamente. In ogni caso, posso dire che, in molti enti pubblici e privati, l'attività di back office è sempre maggiore rispetto al front office». Infine. «Ridurre la valutazione di un servizio, pubblico o privato, ad una questione oraria di apertura è troppo riduttivo. Intanto la produttività di un ufficio la misuro in termine di pratiche evase in un dato tempo, ma oltre a ciò io pongo molto interesse al trattamento riservato al cittadino in termini di educazione, capacità di ascolto, empatia, soluzione condivisa del problema, insomma, di gentilezza come penso possa concordare l'ex assessore Schialvino».
E in coda alla polemica arriva dai corridoi del palazzo una considerazione: «Da che pulpito arriva la critica sul “lavorare” o meno».