In Canavese

Taglio Pnrr quali opere sono a rischio

I dubbi degli amministratori locali dopo l'annuncio del Governo,

Taglio Pnrr quali opere sono a rischio
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Taglio Pnrr  quali opere sono a rischio? “E’ una domanda e un dubbio che ho anche io e non appena rientrerò in assessorato cercherò di capirne di più e se corriamo dei rischi”. A parlare e intravedere nuvole minacciose all’orizzonte è il vice sindaco di Rivarolo Francesco Diemoz.

Taglio Pnrr

Risponde così, l'assessore di Rivarolo, messo davanti all’ipotesi che un milione e duecentomila euro (più altri 216.421 euro in più per gli extra-costi del caro materie prime) per la riqualificazione di Villa Vallero come sede del nuovo centro culturale della Città, possano andare in fumo. Svanire. O, comunque, essere post-datati. Effetto delle dichiarazioni della Premier Giorgia Meloni e della revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che del bel mezzo di un’estate di aumenti (benzina e più in generale del caro-vita) ha annunciato un taglio (o meglio un diverso utilizzo a favore delle imprese) dei fondi europei con la conseguenza, tra le altre, che stando alle prime indicazioni i 2,5 miliardi per i Piani Urbani Integrati per il momento restano in stallo con la promessa (ma ci si deve fidare delle promesse dei politici?) che i progetti in questione saranno salvati con i fondi di Coesione e altri fondi dell’Unione Europea detto però per inciso che molti Comuni non sono comunque in grado di gestire. E dentro quei 2,5 miliardi, in attesa che la burocrazia romana mette nea su bianco quanto si tema, ci dovrebbe essere I Piani Urbani Integrati della Città Metropolitana di Torino che ricadono nella missione 5 per un totale di circa 234 milioni di euro. E scendendo ancora più in verticale, cercando di capire che cosa voglia dire (in soldoni) la dichiarazione di Meloni fatta durante il suo viaggio alla Casa Bianca alla corte di Joe Biden, il Piano Integrato Urbano per la Città di Torino è un finanziamento di 113.395.160, mentre per “Torino Metropoli Aumentata: abitare il territorio” significa 120.552.757,89 di euro che potrebbero non più arrivare. Soldi già stanziati per opere o ristrutturazioni in 45 Comuni della provincia tra cui Banchette, Borgaro Torinese, Borgiallo, Castellamonte, Chivasso, Cuorgnè, Feletto, Ivrea, Leinì, Rivarolo e Strambino, giusto per rimanere in Canavese.

Tema da approfondire

“Il tema è sicuramente da approfondire, sottolinea l’assessore Diemoz. “E’ tutto da vedere e capire se e cosa cambierà. Anche perché nel caso di Rivarolo, ad esempio, e parlo di Villa Vallero sostanzialmente è tutto pronto per la gara d’appalto e l’assegnazione, dunque, dei lavori. Il progetto esecutivo è già stato redatto ed è il passo propedeutico per andare a bando. Francamente non so davvero come si possa a questo punto delle cosa dirottare i fondi del Pnrr con una determinata finalità ad un altro capitolo, il tutto, poi, quando I Comuni sono già all’opera. E poi, la progettazione è parte integrante dell’opera stessa è incredibile pensare di cambiare le carte in tavola a questo punto della partita. Il tema è chiaro: si tagliano fondi agli Enti locali e si spostano sulle imprese. E quello che più mi sconcerta che nessuno ne parla. E’ una cifra enorme: parliamo di un taglio di 2,6 miliardi a livello nazionale. Da sempre il centro destra ha un occhio particolare per l’imprenditoria ma così sembra davvero troppo, non vorrei solo che tutto i lavoro fatto, con i soldi già spesi per I progettisti, rimangano alla fine dei bei dossier nel cassetto”. Nella “lettura” di Diemoz c’è anche autocritica. “Non vorrei, però, che si fosse diciso di tagliare ai Comuni perché in generale nella corsa alla progettazione e richiesta di fondi, gli enti pubblici sono indietro; parlo in termini generali: le difficoltà incontrate dagli Enti sono state molte. E il Governo, a quel puno, ha avuto gioco-facile nel tagliare dove si è più indietro nella richiesta e nell’iter burocratico. Ma non è il caso di Rivarolo, dove ripeto, il carteggio per Villa Vallero è molto avanti. Tutto questo mi sembra assurdo”.

Città Metropolitana

Ovviamente sul tema vigila e ha alzato il livello di attenzione anche la Città Metropolitana. A confermarlo è la consigliere delegate allo sviluppo economico Sonia Cambursano. “La mia impressione è che il Governo non può non trovare una copertura, non fosse altro perché i progetto sono per lo più già appaltati. Non solo. I finanziamenti sono già stati ascritti nei bilanci dei singoli Comuni (e città metropolitana ne è garante) e in molti casi i lavori sono partiti”. Come a Strambino di cui Sonia Cambursano è sindaca e vive la questione in prima persona. “Ora, come potrebbe essere possibile ritirarsi, fare retromarcia, a questo punto dell’iter?” si chiede allargando il quesito a tutte le parti coinvolte. “Se così fosse, si aprirebbero dei contenziosi milionari. Se si ha un minimo di contezza della finanza pubblica, si comprende benissimo che con l’80% degli appalti già assegnati e con buona parte dei cantieri aperti, ritornare sui propri passi provocherebbe una reazione a catena… milionaria. Ci sarebbe conseguenze troppo elevate. Una cosa inaudita: “too big to fail” (è una questione troppo grande per fallire, ndr). Per questo sono confidente del fatto che non possano tirarsi indietro e che una soluzione già ce l’hanno: non arriveranno come Pnrr, magari, sotto altro capito, ma quei fondi devono arrivare per forza per evitare citazioni in giudizio con 234 milioni di opere che stanno andando verso la cantierizzazione. E’ chiaro che in questo scenario dobbiamo fare quadrato e non abbassare la guardia e pretendere risposte in tempo reale: gli amministratori locali non possono navigare nell’incertezza; e lo dico da sindaca. Come Città Metropolitana, nel frattempo, stiamo monitorando monitoriamo da vicino, stiamo cercando ottenere delle risposte certe”.

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