fenomeno preoccupante

Aggressioni al personale sanitario, si cercano soluzioni ma il Nursind esprime perplessità

Il segretario regionale del NurSind Francesco Coppolella: ««Abbiamo un serio problema in Italia allora che dovrebbe imporre alla politica scelte e azioni più complesse rispetto alla sola e legittima richiesta degli operatori di garantire la sicurezza»

Aggressioni al personale sanitario, si cercano soluzioni ma il Nursind esprime perplessità
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Aggressioni al personale sanitario, si cercano soluzioni ma il Nursind esprime perplessità: «Abbiamo un serio problema in Italia allora che dovrebbe imporre alla politica scelte e azioni più complesse rispetto alla sola e legittima richiesta degli operatori di garantire la sicurezza».

Aggressioni al personale sanitario, si cercano soluzioni

Il segretario regionale del NurSind Francesco Coppolella ha commentato con preoccupazione la decisione di introdurre un braccialetto per il personale sanitario, misura presa in risposta ai recenti episodi di violenza che hanno colpito medici e infermieri nei presidi sanitari. Questi attacchi, sempre più frequenti, hanno spinto le autorità a implementare misure di sicurezza come pulsanti d'allarme, telecamere, e ora anche braccialetti per monitorare la sicurezza degli operatori. Tuttavia, Coppolella evidenzia come tali soluzioni affrontino solo superficialmente il problema. La sua preoccupazione è che, piuttosto che risolvere la questione alla radice, si stia alimentando una frattura tra cittadini e personale sanitario, in un contesto in cui il sistema ospedaliero, già indebolito da anni di politiche inadeguate, vede gli operatori trasformarsi nel parafulmine di una crisi più ampia.

Perplessità dal Nursind

Leggere del braccialetto mi ha fatto un po' senso e francamente mi ha intristito parecchio perchè sta diventando veramente surreale questa situazione. Veramente siamo arrivati al punto di mettere un braccialetto al personale sanitario? Abbiamo un serio problema in Italia allora che dovrebbe imporre alla politica scelte e azioni più complesse rispetto alla sola e legittima richiesta degli operatori di garantire la sicurezza.
Si sta creando una preoccupante frattura sempre più complicata da ricucire e non è cosi insolito leggere sui social " si vede che se lo meritavano", alle notizie che giornalmente si leggono.
Una frattura con i cittadini con i quali invece dovremmo essere alleati e chiedere insieme a loro condizioni di lavoro dignitose per garantire una assistenza dignitosa.

Spiace che a seguito di politiche che hanno devastato il sistema sanitario siamo individuati noi come i nemici da insultare o da aggredire e quindi da difendere come se fossimo noi la causa dello sgretolamento di un servizio che una volta era autorevole e rispettato, nel quale i cittadini riponevano la loro fiducia.

Lo stato deve far sentire la sua presenza assicurando la giusta sicurezza al personale per poter operare in tranquillità ma deve essere in grado di fare di più come ad esempio domandarsi perché dagli applausi sui balconi si è passati ad un preoccupante incremento degli schiaffi in ospedale.

Quello che deve far riflettere è il perché siamo arrivati a questo punto. Militari, arresti pulsanti, telecamere e adesso braccialetti. C'è qualcosa che non va. Per carità siamo i primi a chiedere misure rassicuranti, pene esemplari e presidi fissi ma non credo basti questo, non vorrei trasmettessimo e alimentassimo sempre più incertezze mentre invece abbiamo bisogno del contrario. Certezze che purtroppo vanno garantite con azioni che non ci sono e non si vedono. Credo che lo stato con le sue non azioni, abbia per primo delegittimato i suoi operatori sanitari che adesso difende con strumenti atti a curare il sintomo e non la malattia.

Quindi ad un operazione ospedali sicuri per garantire la sicurezza degli operatori ne faccia seguire una altrettanto importante che garantisca condizioni di lavoro dignitose. Non possiamo essere noi il parafulmine di uno stato che non investe sulla sanità e sui i suoi professionisti lanciando di fatto messaggi poco rassicuranti e trasmettendo poca fiducia.

Francesco Coppolella
NurSind Piemonte Segreteria Regionale

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