sanità

Il sindaco di Cuorgnè Giovanna Cresto: «Per l’Ospedale non ci sono garanzie dalla Regione»

Delusa la prima cittadina: lo studio di Icardi fotografa la situazione ma non elabora strategie

Il sindaco di Cuorgnè Giovanna Cresto: «Per l’Ospedale non ci sono garanzie dalla Regione»
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Il sindaco di Cuorgnè Giovanna Cresto: «Per l’Ospedale non ci sono garanzie dalla Regione».

«Per l’Ospedale non ci sono garanzie dalla Regione»

La sindaco Giovanna Cresto lo aveva annunciato nell’ultimo Consiglio comunale: era stata convocata dall’assessorato regionale alla sanità, come membro della Conferenza Ristretta dei Sindaci, per un incontro sulla situazione dell’Ospedale di Ivrea e per la presentazione dello studio per il riordino della rete ospedaliera.

I pregressi

«A luglio dello scorso anno - aveva ricordato Cresto - avevo consegnato all’assessore Luigi Icardi un documento sottoscritto da 58 Sindaci e cinque sigle sindacali nel quale si chiedeva la riapertura del Pronto Soccorso e che l’Asl procedesse alla redazione di un piano strategico aziendale relativo al nostro presidio». Icardi aveva poi annunciato che era stato commissionato uno studio sui fabbisogni dell’Asl TO4, studio che, ad aprile di quest’anno, il direttore Generale Stefano Scarpetta aveva detto esser pronto.

All'incontro nulla su Cuorgnè

Si presumeva, quindi, che sarebbe stato uno degli argomenti della riunione avvenuta giovedi 22. Riunione che, però, non ha convinto la Prima cittadina cuorgnatese. In effetti lo stesso comunicato stampa ufficiale dell’assessorato, post incontro, dedica a Cuorgnè uno striminzito accenno: «Riguardo al dimensionamento clinico gestionale del nuovo ospedale di Ivrea, definito anche in rapporto al ruolo e alla strategia di rilancio degli ospedali di Cuorgnè e Lanzo, si tratta di una struttura con un’“impronta” di 44.000 metri quadrati e 276 posti letto complessivi». Non si dice niente di più su Cuorgnè.

L'attacco di Cresto

E secondo Cresto non ci sarebbe stato di più: «Lo studio è risultato essere un’analisi degli accessi e delle esigenze ospedaliere del territorio nel 2019, quindi in era pre covid». E si tratterebbe più che altro di una "fotografia" della situazione e non di un piano strategico. «È uno studio che parla ancora di "accessi al Pronto soccorso di Cuorgnè e al Punto di Primo Intervento di Lanzo”»… ma adesso a Cuorgnè c’è solo un PPI e a Lanzo non c’è più nemmeno quello. Una illustrazione di dati che ha lasciato, quindi, interdetta Cresto, presente insieme ai rappresentanti di Ivrea, Chivasso, Ciriè, Lanzo, Settimo Torinese, Rivarolo, Castellamonte e Cuorgnè. «È vero - precisa Cresto - che a Cuorgnè l’Asl ha aperto nuovi ambulatori, ma in assenza di programmazione, come si aprono, si possono chiudere: sembra si stia navigando a vista».

E sul nuovo ospedale...

Nota a margine finale: anche sul luogo dove costruire il nuovo ospedale del Canavese non sembrano esserci, ancora, certezze: «L’Area ex Montefibre (a Ivrea, Ndr) e l’Area di Pavone (zona autostrada Ndr), presentano entrambe un buon livello di soddisfazione e sono entrambe idonee alla localizzazione dell’ospedale. Abbiamo raccolto dai sindaci le opinioni sul sito che ritengono più idoneo, in modo che la Regione possa scegliere al meglio e nel rispetto delle aspettative del territorio. Entro luglio la decisione finale», è quanto si legge nel comunicato della Regione.

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