Liste d’attesa, tempi sempre più lunghi
La situazione sembra persino peggiorata rispetto ad alcuni mesi fa
Liste d’attesa, tempi sempre più lunghi
Situazione peggiorata
Che le liste d’attesa per le prestazioni di Asl To 4 presentino spesso tempi insostenibilmente lunghi non fa (quasi) nemmeno più notizia. Non solo, però, rispetto a qualche mese fa (quando il tema era tornato in primo piano nelle agende di politica e sindacati) non si vedono particolari segnali di miglioramento, ma in molti casi la situazione è addirittura peggiorata. Facciamo qualche esempio: se a maggio 2023 per una visita ecocardiologica a Cuorgnè i giorni d’attesa erano 179, a dicembre erano ben 302; per lo stesso esame, presso la struttura di Castellamonte in 7 mesi si è passati da 184 a 212 giorni di attesa. Una sorte simile riguarda anche altre prestazioni “ordinarie”, come controlli cardiologici, enodocrinologici, ginecologici e fisiatrici. Ci sono poi i casi limite e le anomalie: chi, per esempio, volesse dovesse fare una mammografia, alla Casa di Cura Clinica Eporediese dovrebbe attendere la bellezza di 804 giorni (oltre due anni), ma all’Ospedale di Ivrea potrebbe trovare posto in 65 giorni e al poliambulatorio di Strambino addirittura in 3. Doverosa, in ogni caso, una precisazione: i dati cui si fa riferimento qui sono relativi a prestazioni specialistiche ambulatoriali di classe “P” (programmabile, da effettuare entro 120 giorni dalla prescrizione) e “D” (differibile, entro 30 o 60 giorni). Vi sono altri due codici di priorità che il medico può indicare nella ricetta: “U” (Urgente), da eseguire nel più breve tempo possibile e, comunque, entro 72 ore, e “B” (Breve), entro 10 giorni. Intanto, nelle sfere politiche regionali l’avvicinarsi delle elezioni si fa sentire, e la sanità diventa terreno di scontro su cui può giocarsi la dialettica tra le forze in campo.
Piano da 25 milioni
Non a caso il governatore Alberto Cirio durante la conferenza stampa di inizio anno ha annunciato un piano da 25 milioni di euro per ridurre le liste d’attesa nelle prestazioni programmate delle Asl, quelle generalmente più congestionate. Resta, in ogni caso, il problema della mancanza di numerose prestazioni essenziali in area alto-canavesana: carenza che costringe chi per esempio abita nelle Valli a recarsi fino a Chivasso, Caluso o Ivrea per esami anche molto comuni, con il risultato di sovraccaricare eccessivamente alcuni servizi là dove, invece, è possibile usufruirne.