Operazione "Riapriamo le Porte"
Mobilitazione nazionale venerdì 15 settembre all'Ospedale di Ivrea
Operazione "Riapriamo le Porte": Mobilitazione nazionale venerdì 15 settembre all'Ospedale di Ivrea alle ore 10
Operazione "Riapriamo le Porte"
Nel mezzo di una pandemia che ha trasformato le nostre vite quotidiane in un turbinio di mascherine, tamponi e restrizioni, è emerso un nuovo tipo di normalità all'interno degli ospedali italiani. Ciò che dovrebbe essere una misura temporanea di emergenza sta diventando sempre più una realtà permanente, con un impatto profondo sulla salute e sul benessere dei pazienti. In questo contesto, l'Operazione "Riapriamo le Porte" è nata per affrontare queste crescenti preoccupazioni e restaurare l'umanità nelle cure sanitarie.
Le difformità nell'accesso alla Salute
Una delle principali preoccupazioni che ha dato vita all'Operazione "Riapriamo le Porte" è l'ampio potere discrezionale che i direttori sanitari degli ospedali hanno acquisito nell'applicazione delle restrizioni legate alla pandemia. Questo potere discrezionale ha portato a una serie di difformità nell'accesso al diritto alla salute su tutto il territorio nazionale. Ciò significa che la qualità e l'accessibilità delle cure possono variare notevolmente da un luogo all'altro, creando un sistema disuguale che danneggia i pazienti e la fiducia nella sanità pubblica.
La minaccia del rialzo dei contagi
Un altro aspetto di preoccupazione è la costante minaccia del rialzo dei contagi come giustificazione per il mantenimento delle restrizioni e la possibile implementazione di nuovi piani vaccinali in autunno. Sebbene sia fondamentale prendere misure per proteggere la salute pubblica, è altrettanto importante bilanciare queste misure con il diritto dei pazienti a ricevere cure appropriate e umane.
La refrattarietà degli operatori sanitari "di sistema"
Un'altra sfida affrontata dall'operazione "Riapriamo le Porte" è la refrattarietà di alcuni operatori sanitari "di sistema" nei confronti della revisione delle restrizioni. Nonostante il loro impegno nell'applicare le regole, in alcuni casi, sembrano disposti a sanzionare atti di umanità compiuti dai loro colleghi. Questo solleva domande sulla necessità di riconsiderare le regole e garantire che i professionisti della sanità possano esercitare il loro giudizio clinico nel migliore interesse dei pazienti.
Le azioni dell'operazione "Riapriamo le Porte"
Per affrontare queste sfide, l'Operazione "Riapriamo le Porte" invita a una mobilitazione nazionale il 15 settembre. Le principali richieste di questa mobilitazione includono:
1. Riaprire le porte all'umanizzazione delle cure: Si chiede il ripristino immediato dei regolamenti di visita pre-pandemici e l'archiviazione del procedimento disciplinare contro il curante Raffaele, il cui atto di umanità è stato sanzionato.
2. Rimuovere il tampone: Si sostiene che il tampone rappresenti un ostacolo all'accesso alla salute e un inutile spreco di risorse per la collettività. La richiesta è quella di riconsiderare l'uso sistematico del tampone e valutare alternative più efficaci ed efficienti.
3. Rianimare la sanità pubblica: Si propone di tassare gli extraprofitti dei colossi farmaceutici per finanziare lo smaltimento delle interminabili liste d'attesa e migliorare l'accessibilità alle cure.