Rianimazione cardiopolmonare, al centro commerciale medici e infermieri insegnano ai cittadini le manovre salvavita
Sabato 12 e domenica 13 ottobre impariamo dagli esperti dell’ASL TO4 le manovre per salvare una vita
Sabato 12 e domenica 13 ottobre impariamo dagli esperti dell’ASL TO4 le manovre per salvare una vita
Rianimazione cardiopolmonare
L’ASL TO4 ha aderito a “Viva! La settimana per la rianimazione cardiopolmonare” indetta a livello europeo, grazie all’impegno della Medicina e Chirurgia di Accettazione e di Urgenza Ivrea-Cuorgnè, diretta dal dottor Paolo Baron, e, in particolare, dell’équipe del Pronto Soccorso di Cuorgnè, guidata dal dottor Gianluca Lanfranco.
“Viva Rivarolo!”
Sabato 12 ottobre, dalle ore 12 alle 15, si svolgerà “Viva Rivarolo!”: medici e infermieri esperti saranno presenti presso il Centro commerciale Il Gigante di Rivarolo Canavese per insegnare ai cittadini, attraverso esercitazioni pratiche con manichino, a salvare una vita con le manovre antisoffocamento e il massaggio cardiaco.
“Viva Cuorgnè!”
“Viva Cuorgnè!” si terrà, con le stesse finalità e modalità, domenica 13 ottobre, a partire dalle ore 14.30, nella piazza Martiri della Libertà di Cuorgnè (in caso di maltempo l’evento sarà sempre a Cuorgnè, ma presso il Centro Fere Manifattura in via Ivrea n. 100). In questa sede saranno coinvolti nell’esercitazione anche gli studenti del Liceo socio-sanitario cuorgnatese “25 Aprile”.
Intervenire in caso di emergenza
Chiunque, in situazione d’emergenza, può intervenire per salvare una vita se opportunamente formato. L’arresto cardiaco – si legge nel sito web dell’IRC – è il più importante problema sanitario in Europa. Se i testimoni di un arresto cardiaco iniziano la rianimazione cardiopolmonare (rcp) prima dell’arrivo dell’ambulanza, le possibilità di sopravvivenza della vittima aumentano di due/tre volte rispetto ai casi in cui la rcp non viene iniziata. Nel 70% dei casi l’arresto cardiaco è testimoniato da qualcuno che può iniziare la rianimazione. Tuttavia in Europa la rcp viene iniziata dai testimoni dell’arresto cardiaco soltanto nel 15% dei casi. Se si riuscisse ad aumentare la percentuale dal 15% al 50-60% dei casi si potrebbero salvare circa 100.000 persone all’anno.