Sanità canavesana, M5S Ivrea: "Fermare le politiche di privatizzazione"
La sezione eporediese del Movimento 5 Stelle interviene sul tema più dibattuto in Canavese nelle ultime settimane
Sanità canavesana, il Movimento 5 Stelle di Ivrea interviene sul tema: "Necessario garantire la trasparenza e contrastare le politiche di privatizzazione".
Sanità canavesana
Quello della sanità è senza dubbio il tema caldo del dibattito pubblico canavesano nelle ultime settimane, tra la battaglia intorno al sito del nuovo ospedale e le questioni relative al Pronto Soccorso di Cuorgnè e all'ospedale di Castellamonte. Su questi punti è intervenuto, con un comunicato dai toni accesi, anche il Movimento 5 Stelle di Ivrea. Dopo la decisione del Consiglio Regionale che ha individuato l’area Ex-Montefibre come idonea ad accogliere il nuovo ospedale di Ivrea, sarà necessaria la nostra massima attenzione e vigilanza per impedire che i ‘soliti noti’ approfittino della situazione. Sarà necessaria una costante trasparenza sui processi che verranno messi in atto per la costruzione del nuovo ospedale eporediese, quelli autorizzativi, progettuali e di infrastrutture per fare in modo che il bene comune della salute pubblica di Ivrea e del Canavese sia difeso e garantito. Per questo abbiamo già sottolineato come sarà necessario chiedere risorse subito per la gestione della sanità canavesana, in grave difficoltà da molto tempo, perché non possiamo certo attendere i tempi di realizzazione dell’ospedale per intervenire su una sanità pubblica territoriale che sta subendo le scelte politiche dell’amministrazione regionale più attenta agli interessi delle aziende sanitarie private che al bene pubblico. Bene ha fatto la capogruppo regionale del M5S Sarah Di Sabato a stigmatizzare, all’inizio dello scorso luglio, il conflitto tutto interno alla destra, tra la giunta Cirio e il governo Meloni, conflitto che ha visto ridotte le risorse finanziarie, destinate alle Aziende sanitarie e agli ospedali per coprire i ritardi nel pagamento dei fornitori, dai previsti 200 a 90 milioni di euro. Con il governo che ha impugnato la decisione della Giunta regionale. Chi subirà le conseguenze delle scaramucce tutte interne agli equilibri delle forze di destra saranno i cittadini piemontesi che vedranno ridotte di oltre la metà le risorse previste, con conseguente rallentamento e ulteriore peggioramento dei servizi sanitari pubblici.
Su Cuorgnè e Castellamonte
Ma a luglio la giunta Cirio, (puntando sulla presunta scarsa attenzione dell’opinione pubblica in periodo di vacanze?) ha messo in campo altre mosse contro la sanità pubblica in Canavese, in particolare con la chiusura del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cuorgnè. Uno studio commissionato dalla giunta regionale ad un'azienda esterna, l’Agm Project Consulting, per fare il punto sul fabbisogno sanitario del Canavese e sul riordino della rete dell'Asl To4, avrebbe concluso che l'ospedale di Cuorgnè andrà privatizzato e, stando alle attuali esigenze del territorio, non avrà nemmeno bisogno di un pronto soccorso attivo 24 ore su 24. A questo proposito il M5S ha aderito al presidio organizzato il 22 luglio davanti all’Ospedale di Cuorgnè, in difesa dell’importante nosocomio dell’Alto Canavese e del suo Pronto Soccorso. Mentre nulla si sa sulla riapertura dell’Ospedale di Castellamonte annunciata in pompa magna da Cirio lo scorso novembre, con tanto di previsto stanziamento di 4 milioni provenienti dal PNRR, oggi piuttosto incerto dopo la drastica riduzione dei progetti voluta dal governo Meloni che ha colpito soprattutto i piani d’intervento in ambito sanitario.
Privatizzazioni: una strategia politica della Giunta?
E non si tratta purtroppo di casi isolati. Anche l’ospedale di Settimo Torinese ha subito negli scorsi mesi una tentata vendita che avrebbe depauperato quel territorio di un importantissimo presidio sanitario, senza che l’assessore Icardi intervenisse per difendere gli interessi pubblici, con il fondato sospetto che ci si trovi di fronte all’ennesima, seppur strisciante, azione a favore della privatizzazione della sanità piemontese. Troppi indizi e prove che chiariscono quale sia la strategia politica della giunta Cirio per la sanità piemontese: spingere verso la privatizzazione, con conseguente impossibilità, soprattutto per i cittadini meno benestanti, di accedere alle cure, come garantito dalla nostra Costituzione. Troppi appetiti ruotano attorno alla sanità piemontese, molti dei quali a discapito dell’interesse pubblico. È nostro compito seguire con attenzione l’evolversi delle decisioni sulla sanità regionale, che riguardino il nuovo Ospedale di Ivrea e la sanità eporediese o l’Ospedale di Cuorgnè e il suo Pronto Soccorso, o ancora l’Ospedale di Castellamonte o di Settimo: la nostra attenzione e conseguente azione non verrà meno, in difesa della migliore sanità pubblica garantita per tutti.