Canavese in un Bicchiere 2025: record di espositori e presenze per l’edizione della consacrazione. Quaranta produttori, istituzioni ai massimi livelli e il ministro Zangrillo all’inaugurazione: l’evento cresce e punta a portare il vino canavesano oltre i confini del territorio.
Canavese in un Bicchiere 2025
La quarta edizione di “Canavese in un Bicchiere” conferma il salto di qualità della manifestazione dedicata alla valorizzazione del vino e dei prodotti enogastronomici del territorio. Un appuntamento che quest’anno ha registrato una crescita evidente sotto diversi aspetti: più visitatori, più aziende presenti – circa quaranta espositori, compresi produttori provenienti da fuori Canavese – e una partecipazione istituzionale mai così ampia.
Tante autorità e amministratori presenti
All’inaugurazione di sabato, infatti, accanto ai sindaci del territorio hanno sfilato rappresentanti della Regione Piemonte, della Città Metropolitana di Torino, del Parlamento, dell’Europarlamento e persino del Governo, con la presenza del ministro Paolo Zangrillo. Una cornice che testimonia l’importanza che l’evento sta assumendo anno dopo anno.
A tagliare il nastro, come da tradizione, è stata la sindaca di Cuorgnè Giovanna Cresto, affiancata dal ministro. Nel suo intervento, Cresto ha difeso con decisione il valore culturale del vino: «Il vino non può essere messo sullo stesso piano delle sostanze stupefacenti. È convivialità, è tradizione, è identità. Ben venga festeggiare insieme con un calice, soprattutto se è un prodotto del nostro territorio».
Un futoro di espansione
Il presidente dell’associazione Canaveis, Lorenzo Scafidi, organizzatore della manifestazione, ha accompagnato Zangrillo tra gli stand illustrando il progetto futuro: portare “Canavese in un Bicchiere” anche fuori dal territorio, promuovendo i produttori locali in nuovi contesti regionali e nazionali. Il ministro ha apprezzato l’ambizione, sottolineando quanto eventi ben strutturati possano contribuire alla crescita dell’economia locale.
Riflessioni sul futuro economico
Durante gli interventi istituzionali, un tema ricorrente è stato quello dei dazi internazionali e dei possibili impatti sull’agroalimentare italiano. L’onorevole Augusta Montaruli ha ricordato come, nonostante le incertezze, le esportazioni del vino continuino a crescere, un dato confermato anche da Ludovico Seppilli di Nexum Consulting: tra aprile e giugno, le esportazioni italiane del settore sono risultate superiori ai livelli del 2023 e del 2024.
Il ministro Zangrillo ha spiegato questo apparente paradosso con una considerazione netta: «I dazi non frenano la qualità. Nel mondo c’è una domanda crescente di prodotti autentici, non di imitazioni. Il consumatore riconosce e sceglie l’eccellenza italiana: la qualità batte i dazi». Da qui l’importanza di iniziative che mantengano alta l’attenzione su storia, territorio e tradizione produttiva.
Identità nazionale
Zangrillo ha poi sottolineato il valore dei piccoli eventi territoriali nella costruzione dell’identità nazionale: «L’Italia vive della sua ricchezza di comunità locali. Manifestazioni come questa dimostrano come il territorio sappia valorizzarsi e raccontarsi».