Quei cento chili di ceci: la Cisrà nella tradizione
Dal 1728I volontari cucinano tutta la notte di grande veglia
Quei cento chili di ceci: la Cisrà nella tradizione. Dal 1728I volontari cucinano tutta la notte di grande veglia
Quei cento chili di ceci: la Cisrà nella tradizione
Immaginate una notte intera dedicata alla preparazione di una minestra che tiene insieme un'intera comunità. Questo è ciò che accade ogni anno a Lanzo, con la preparazione della Cisrà, una zuppa tradizionale a base di ceci che affonda le sue radici in una storia di generosità e solidarietà. Le origini antiche, risalgono al 1728, quando Giuseppe Allemano, un mercante di Viù residente a Lanzo, lasciò in eredità una somma per sfamare i poveri del paese con i ceci: «Una rendita annuale di un capitale di 2 mila lire perché si formasse una confraternita per l’accompra et distributione di tanti ceci conditi alli poveri». Da allora, ogni anno, nel giorno di Pentecoste, la comunità di Lanzo si riunisce per rinnovare questa tradizione di solidarietà. Ed è quello che la città ha vissuto nel fine settimana del 18 e 19 maggio.
La cronaca dell'evento
L'evento ha preso il via già giovedì 16 maggio, con una cena a tema organizzata dagli studenti del corso di enogastronomia dell'Istututo Albert, presso la sala ristorante della scuola. Una cena che ha dato tono all'intera manifestazione, anticipando i sapori e i profumi che hanno permeato il paese nei giorni successivi. Venerdì 17, i volontari delle diverse associazioni locali si sono radunati nei locali delle suore Albertine per preparare le verdure necessarie alla minestra. Tra il profumo delle erbe aromatiche e le chiacchiere amichevoli, si è respirata una grande voglia di stare insieme e di contribuire a una tradizione che unisce la comunità: la notte della grande veglia, i ceci vengono messi nei pentoloni e lasciati cuocere fino all'alba, regalando a Lanzo un'atmosfera di attesa e collaborazione. Nella serata di sabato 18 maggio, il profumo si insinua fra le chintane e porta i passanti fin dentro la Casa dei Ceci. La lunga veglia, i sacchi di ceci lì pronti ad essere aperti e buttati nei pentoloni a mezzanotte, poi l’attesa, il lavoro, l’attenzione. E mentre la Cisrà iniziava a prendere forma nei pentoloni, la Chiesa Parrocchiale San Pietro in Vincoli ha ospitato il New Alveo Choir, che si è esibito in un concerto dedicato ai “Meravigliosi anni ‘60”. Tanti gli applausi e i bis richiesti per la corale di Ceretta di San Maurizio che ha coinvolto il pubblico con allegria e animazione. Poi tutti giù, verso le caratteristiche Coste, per raggiungere la casa dei Ceci e vedere la continuazione della cottura della Cisrà e dei suoi cento chili di ceci. Un momento di festa per grandi e piccoli, un’attesa che incuriosisce e affascina: fino all’alba. Domenica 19 maggio, di buon mattino, la Cisrà è finalmente pronta, dopo aver cotto tutta la notte. Dopo la benedizione, da parte del parroco, don Franco Gribaudo, la Casa dei Ceci si è animata e la minestra è stata distribuita ai presenti. Quest'anno, inoltre, oltre cinquanta persone hanno potuto gustare la zuppa in Piazza Albert, appuntamento seguito da un concerto del gruppo “For every Age”, il coro parrocchiale delle messe domenicali. Il ricavato raccolto dalle offerte, circa 1400 euro, sarà devoluto al progetto “Un ponte per un sorriso”, che sostiene le persone in difficoltà.
Il sindaco Vottero
Come ha sottolineato il sindaco di Lanzo, Fabrizio Vottero: «La Cisrà non è solo una minestra dal profumo avvolgente, ma anche un simbolo di bontà e solidarietà che continua a fare del bene. La partecipazione di tutta la comunità è la vera anima di questa antica tradizione, che ogni anno rinnova il legame tra i lanzesi e la storia del loro paese».