Come nasce l’aperitivo?

Come nasce l’aperitivo?
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L’aperitivo è uno dei momenti della giornata preferiti da molti italiani. Un periodo di tempo limitato prima dei pasti principali nel quale degustare un buon drink e qualche “stuzzichino” per aprirsi lo stomaco.

Ma come nasce questa tradizione divenuta un vero e proprio rituale? In questo articolo viene analizzata l’evoluzione dell’aperitivo dal V secolo fino ai giorni di oggi.

Qualche curiosità sulle origini dell’aperitivo

Oggi l’aperitivo è associato ad un buono spritz accompagnato da qualche triangolino di tramezzino, patatine o noccioline. Anche a casa, quando non c’è la possibilità di andare al bar, molte persone preparano i loro aperitivi con cocktail semplici da replicare e tante ricette di torte salate apprese in tv o online. 

Ma cosa vuol dire esattamente “aperitivo”?

Il termine aperitivo viene dalla parola latina “aperitivus”, ovvero qualcosa “che apre”. In questo senso si fa riferimento quindi a tutte quelle bevande che, grazie alle loro caratteristiche dal retrogusto amaro, aprono lo stomaco stimolando il senso dell’appetito.

Già nel V secolo a.C. Ippocrate aveva scoperto che poteva guarire l’inappetenza dei suoi pazienti somministrando loro una bevanda alcolica dalle caratteristiche piuttosto amare. 

Questa bevanda si chiamava vinum hippocratum ed era fondamentalmente un vino bianco infusionato con ruta, fiori di dittamo e assenzio. 

Inoltre, anche nei classici banchetti romani venivano servite agli ospiti delle bevande amare prima della cena per prepararli alle consistenti quantità di cibo che sarebbero state servite.

Tapas e stuzzichini

Se a scoprire l’utilità di alcune bevande alcoliche è stato Socrate, ad accompagnare del cibo a date bevande per primi sono stati gli spagnoli. 

La parola tapa (stuzzichino) viene dal verbo tapar, che vuol dire tappare. 

In questo caso, quindi, si fa riferimento a qualcosa per “tappare” lo stomaco prima dei pasti principali in quanto gli spagnoli, per abitudine, pranzano intorno alle 14.30 e cenano alle 22.30 circa.

Nella tradizione popolare spagnola, inizialmente si utilizzava un pezzo di pane bianco per coprire il bicchiere dagli insetti. Successivamente, per ovviare alla fame prima del pranzo e della cena, si è iniziato a condire il pane con vari condimenti.

Così nasce una delle tapas più comuni spagnole che è il pan con tomate, molto simile alla bruschetta italiana.

L’aperitivo oggi

In molti locali, soprattutto del nord Italia, l’aperitivo oggi è stato sostituito dal termine più globalizzato “Happy Hour”, ovvero un lasso di tempo in cui i drink vengono serviti con una promozione speciale. La più classica è quella che prevede due bevande al prezzo di una in un orario che va dalle sei alle otto di sera.

Mentre per l’aperitivo delle undici sono più consigliati un bicchiere di vino bianco o del prosecco, per restare più leggeri, la sera vengono serviti anche diversi cocktail dal retrogusto amaro. 

Per accompagnare il vino bianco e il prosecco vengono servite piccole porzioni di patatine, noccioline e olive. Per quanto riguarda i cocktail del tardo pomeriggio, invece, molti bar si avvalgono di un buffet di stuzzichini nei quali vengono serviti diversi tipi di finger food. 

I più comuni, replicabili anche a casa, sono i seguenti.

  • Taglieri di salumi e formaggi
  • Rotolini di frittata ripieni (di carne o formaggio)
  • Triangolini di torte salate di ogni genere
  • Sfogliatine salate
  • Rustici
  • Patate al forno
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