Vacche intossicate rete di solidarietà dalla Coldiretti
Quanto sta accedendo in Piemonte deve suggerire agli allevatori maggiore attenzione circa la presenza nei pascoli di sorgo
Vacche intossicate rete di solidarietà dalla Coldiretti di Torino.
Vacche intossicate
Anche fra gli agricoltori torinesi si è avviata la solidarietà per aiutare la famiglia Olivero a cui, sabato scorso a Sommariva Bosco, sono morte, in pochi minuti, 50 vacche di razza bovina Piemontese, intossicate mentre pascolavano sorgo, così come confermato dagli enti preposti. «Davanti a questo evento che ha decimato l’allevamento – afferma Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino e vice presidente di Anaborapi, l’associazione di allevatori di razza bovina Piemontese - come organizzazione abbiamo deciso di appoggiare l’iniziativa promossa dall’amministrazione comunale sommarivese e dalla sua comunità. Siamo chiamati a far rete tra allevatori, agricoltori e cittadinanza. C’è bisogno di esprimere solidarietà verso una famiglia di allevatori messa in difficoltà da un evento così raro e nefasto con un segnale concreto di vicinanza».
Il commento da Coldiretti
Bruno Mecca Cici aggiunge: «Le immagini delle vacche morte dell’azienda di Olivero Giacomino, a Sommariva, sono impresse nelle mente di tutti noi allevatori e, mentre siamo chiamati a una riflessione su ciò che possono causare i cambiamenti climatici, non possiamo esimerci da un momento di solidarietà nei confronti di un collega così duramente colpito. Per questo motivo Coldiretti Torino ha aderito alla sottoscrizione a favore dell’azienda agricola Olivero Giacomino. Tutto questo mentre si registrano altri casi, sempre dovuti a intossicazione di bovini da sorgo».
La situazione in Piemonte
Quanto sta accedendo in Piemonte deve suggerire agli allevatori maggiore attenzione circa la presenza nei pascoli di sorgo, soprattutto quando le piante si mostrino nelle fasi iniziali di sviluppo, sconsigliando quindi per prudenza di portarvi le mandrie». «Come suggerito dal Forage team, del Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari, dell’Università di Torino - prosegue Bruno Mecca Cici - nel caso del sorgo è indispensabile prestare particolare attenzione allo stadio e all'altezza raggiunti dalla coltura prima di decidere se e come utilizzarlo. Le prime fasi di crescita, così come i ricacci autunnali del sorgo, devono essere gestiti con molta attenzione per non incorrere in problemi di intossicazione degli animali. Con altezze inferiori ai 60-70 centimetri il sorgo non deve essere assolutamente pascolato, né raccolto per essere somministrato fresco in stalla». «Sempre tra le indicazioni del Forage team c’è questa – chiude Bruno Mecca Cici -. Colture con altezze fino a 50 cm possono essere raccolte con sufficiente sicurezza nel caso in cui vengano conservate mediante insilamento. Infatti, anche la trinciatura ha lo stesso effetto di una masticazione e determina l'idrolisi della durrina con formazione di acido cianidrico. Essendo volatile a basse temperature, normalmente l'acido cianidrico si volatilizza all'apertura del silo e con l'areazione della massa durante le operazioni di desilamento e di preparazione del carro, riducendo drasticamente i rischi di intossicazione».