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Emillio Salgari cittadino canavesano, la biblioteca di Alpette intitolata a lui

Per alcuni anni lo scrittore veronese visse prima a Ivrea e poi a Cuorgnè e nella valle Orco.

Emillio Salgari cittadino canavesano, la biblioteca di Alpette intitolata a lui
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Emillio Salgari cittadino canavesano, la biblioteca di Alpette intitolata allo scrittore simbolo del romanzo d'avventura.

La biblioteca di Alpette intitolata a Emilio Salgari

Alpette ha intitolato la biblioteca comunale ad Emilio Salgari, lo scrittore simbolo del romanzo d'avventura. La cerimonia si è svolta domenica 21 agosto, a centosessant'anni esatti anni dalla nascita del celebre romanziere (avvenuta a Verona il 21 agosto 1862), presso i locali della biblioteca alpettese, che si trova all'interno dell'Ecomuseo del Rame e della Resistenza. Dopo il saluto del sindaco, Silvio Varetto, e l'introduzione del direttore del Polo Culturale di Alpette, Francesco Aceti, è intervenuto uno dei maggiori conoscitori della storia della famiglia Salgari, lo scrittore Felice Pozzo, che ha dato alle stampe pochi mesi fa la sua ultima fatica letteraria dedicata al popolare scrittore: ”La vera storia di Emilio Salgari”, edito dalla casa editrice Odoya.

Salgari e il Canavese

Salgari fu un autore enormemente prolifico, con all'attivo oltre 80 titoli pubblicati e 200 racconti, da cui sono stati tratti ben 42 film. Tra gli indimenticabili eroi a cui ha dato vita, consacrati da sceneggiati TV di grande successo, figurano Sandokan, Yanez de Gomera e il Corsaro Nero. L’amministrazione comunale di Alpette con il suo Polo Culturale, di cui fa parte la biblioteca, che dispone di oltre ottomilacinquecento volumi - tra cui una cinquantina di opere salgariane - ha deciso questa intitolazione per ricordare i numerosi legami dello scrittore con il Canavese e in particolare con Alpette. Salgari infatti, sempre alle prese con problemi economici di cui approfittarono gli editori, dopo aver frequentato l’istituto nautico di Verona abitò soprattutto nel torinese. Con la moglie Ida Peruzzi, attrice di teatro e i quattro figli Omar, Roberto Nadir e Fatima soggiornò prima ad Ivrea poi in piazza Pinelli a Cuorgnè e agli inizi del ‘900, per tre stagioni estive, proprio ad Alpette, che lo ricorda con una targa posta nell’abitazione che lo ospitò.

Una vita travagliata

La sua fu una vita travagliata, premiata da una straordinaria fortuna letteraria soltanto postuma. Una triste parabola umana e famigliare e i numerosi debiti accumulati lo portarono a suicidarsi il 25 aprile 1911 sulla collina torinese nel parco vicino a Villa Rey, mentre a pochi passi di distanza era in corso l’esposizone mondiale organizzata per i festeggiamenti del cinquantenario della creazione del Regno d’Italia. Alpette ha deciso di rendergli omaggio per far rivivere le sue opere, il suo soggiorno in loco, l’attualità dei suoi scritti, collegandoli ad altri aspetti, quale l’utilizzo fatto dei nomi protagonisti delle sue opere come soprannomi dai partigiani locali durante la Resistenza.

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