Pifferi, tamburi e un violino: la storia del Canavese raccontata in musica
L’8 ottobre a Bollengo e il 14 a Bajo Dora il Festival Rosario Scalero dedica due appuntamenti alla musica della tradizione canavesana
Pifferi, tamburi e un violino: la storia del Canavese raccontata in musica
Festival Rosario Scalero
La musica ha la capacità di raccontare storie straordinarie. Lo confermano i prossimi appuntamenti del Festival Rosario Scalero, sabato 8 ottobre a Bollengo e venerdì 14 ottobre a Bajo Dora, alla scoperta della musica tradizionale canavesana. Al centro del concerto Musiche e ricordi della tradizione musicale eporediese, in programma Sabato 8 ottobre alle ore 17 nella Sala “Nuova Torre” di Bollengo, c’è la Storia con la S maiuscola, quella rievocata ogni anno durante il celebre Carnevale di Ivrea dal corteo di Pifferi e Tamburi.
Se molto nota è la leggenda della mugnaia Violetta che si ribella al tiranno, forse non tutti sanno che le “pifferate” arrivano alle nostre orecchie dopo aver attraversato un percorso secolare. Come tradizione comanda, le musiche si sono trasmesse di generazione in generazione senza l’ausilio di scritti o spariti. Nel 1904 Angelo Burbatti, tra i più importanti esponenti di una generazione di grandi compositori canavesani che annovera tra le sue fila anche Rosario Scalero, trascrive i brani nota per nota, così come uscivano dagli strumenti dei musicisti, ma apportando a questi un suo arrangiamento personale Si crea così una versione scritta che in parte diverge da quella ancora oggi tramandata oralmente ed eseguita nelle giornate del Carnevale.
Un programma ricco
Durante il concerto dell’8 ottobre Luisa Besenval, flautista specializzata in esecuzioni storiche che a pifferi e tamburi ha dedicato anche un progetto di divulgazione, e il poliedrico percussionista Pietro Ponzone, eseguiranno una selezione delle pifferate, dando al pubblico la possibilità di cogliere contatti e differenze tra la trascrizione del Burbatti e le esecuzioni dei Pifferi e Tamburi, che si alterneranno ai due musicisti nell’esecuzione.
Luisa Besenval
Pietro Ponzone
Il pomeriggio sarà arricchito dalle testimonianze di esperti e protagonisti del Carnevale: Tiziano Passera (ASAC), Federico Bona (Associazione Museo dello Storico Carnevale di Ivrea), Simone Boglia, Paolo Ballurio e Franco Gili (Gruppo Pifferi e Tamburi), moderati dal musicista e giornalista Andrea Sicco. I piccoli allievi della Scuola Primaria di Bollengo IC Azeglio, inoltre, reciteranno le poesie da loro stessi composte sul tema del Carnevale. Come già negli appuntamenti precedenti, anche in questa occasione il Festival Musicale Rosario Scalero dedica una particolare attenzione alla scoperta del territorio. Prima del concerto si potrà infatti partecipare a una passeggiata nei luoghi più suggestivi del Comune di Bollengo, che è tra i sostenitori del festival: l’Associazione Via Francigena di Sigerico accompagnerà il pubblico alla Chiesa romanica di San Pietro e Paolo e al solitario campanile di San Martino di Paerno (“Ciucarun”).
La serata di venerdì 14 ottobre alle 20.30, presso il Salone del Coro Bajolese di Bajo Dora (Borgofranco d’Ivrea), sarà invece occasione per conoscere una storia tanto vera quanto incredibile: quella di Agostino Cominetto, detto Tajanda dal nome della cascina di Burolo da cui proveniva.
Agostino, nato nel 1920, fu arruolato soldato nella campagna di Grecia, e dopo l’8 settembre 1943 fu arrestato dai tedeschi come molti militari italiani e deportato. Destinato prima a un campo di lavoro nel nord della Germania, quando per la fatica fu giudicato meno produttivo venne mandato nel campo di sterminio di Buchenwald, verso l’atroce destino che i nazisti riservavano ai detenuti classificati come “non-utili”. Qui, con un violino donatogli da un ufficiale russo prigioniero, Tajanda cominciò a suonare così bene che gli ufficiali tedeschi, pur di averlo come musicista alle loro feste, gli risparmiarono la vita. La sua carriera di virtuoso del violino proseguì dopo la guerra in diverse formazioni di musica popolare molto note in tutto il canavese e non solo, guadagnandosi una fama di musicista “acrobatico” per la sua capacità di suonare anche con lo strumento dietro la schiena o in altre posizioni spettacolari. Roberto Cominetto, figlio di Agostino (scomparso nel 2005), ripercorrerà la storia del padre attraverso brani del libro Sonador da Coscrìt e da Quintët, Ricerca sulla musica popolare in Canavese e Val d’Aosta di Rinaldo Doro. Sarà lo stesso Rinaldo Doro, presidente del Centro Etnologico Canavesano ed esperto di musica popolare, che all’organetto diatonico eseguirà una selezione di polke, mazurche e valzer tipiche del repertorio delle orchestre locali del dopoguerra, insieme alla violinista ed etnomusicologa Laura Merione e al violoncello di Beatrice Pignolo, musicista e studiosa di danze popolari.
La serata dal titolo Tajanda: il violino che mi salvò la vita, patrocinata dal Comune di Borgofranco d’Ivrea, sarà introdotta da Amerigo Vigliermo, direttore del Coro Bajolese che ospiterà l’evento nella propria sede e offrirà una merenda cinoira a tutti i presenti.
Rinaldo Doro
Beatrice Pignolo
Laura Merione
Gli appuntamenti sono a ingresso gratuito
I due appuntamenti dell’8 e 14 ottobre, entrambi a ingresso gratuito, proseguono l’itinerario nel cuore della cultura e della tradizione canavesana del Festival Musicale Rosario Scalero, già intrapreso con i primi sei concerti della rassegna. La risposta del pubblico, come sottolinea la direttrice artistica Chiara Marola, è stata finora superiore ad ogni aspettativa. Un dato che testimonia non solo il grande interesse nei confronti di un importante patrimonio di sapere e bellezza, ma anche la buona riuscita di un festival che fa della valorizzazione del territorio e della sinergia con una vasta rete di partner i suoi punti di forza. Molti i sostenitori istituzionali della rassegna, tra cui l’ente organizzatore Unione Montana Mombarone, i comuni di Bollengo, Ivrea, Azeglio e Buronzo, l’Unione dei Comuni tra Baraggia e Bramaterra.
Per rendere possibili i 14 appuntamenti che, fino al 17 dicembre, toccheranno alcuni degli angoli più suggestivi dell’eporediese e non solo, fondamentale è anche il contributo della Fondazione CRT e di sponsor privati quali Edison, Ergotech, Fasti, BlueImpresa, Soroptimist Club Ivrea e Canavese e Club Biella.
Intitolato a un grande maestro della musica novecentesca che scelse il Canavese come suo luogo di residenza, il Festival Rosario Scalero è dimostrazione di una sempre maggiore capacità del nostro territorio di raccontarsi, riportando alla luce un’impareggiabile ricchezza artistica e culturale, proponendosi come luogo di turismo consapevole, esprimendo i propri talenti.
Per informazioni:
https://ibmp.it/festival-scalero/
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