Operazione “Muri Sicuri”: smantellata rete di spaccio nelle carceri piemontesi
116 indagati, 64 perquisizioni e sequestri tra telefoni e droga. L'inchiesta svela un traffico illecito gestito dai detenuti con l'aiuto di contatti esterni

Operazione “Muri Sicuri”: smantellata rete di spaccio nelle carceri piemontesi. 116 indagati, 64 perquisizioni e sequestri tra telefoni e droga. L'inchiesta svela un traffico illecito gestito dai detenuti con l'aiuto di contatti esterni.
Operazione “Muri Sicuri”
Nelle prime ore del mattino del 25 febbraio, i Carabinieri del Comando Provinciale di Torino e il NIR (Nucleo Investigativo Regionale) della Polizia Penitenziaria, coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione a 64 decreti di perquisizione personale e domiciliare. L'operazione si è svolta nelle province di Torino, Alessandria, Biella, Vercelli, Cuneo, Sassari, Savona, Imperia e Modena, coinvolgendo sia strutture penitenziarie sia abitazioni private.
Le indagini
L'indagine, che vede indiziate 116 persone, riguarda i reati di spaccio continuato di sostanze stupefacenti all'interno del carcere (artt. 73 e 80 D.P.R. 309/90) e accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti (art. 391 ter c.p.). L'inchiesta è partita dalle segnalazioni su detenuti della Casa Circondariale "Lorusso e Cutugno" di Torino, che avrebbero avuto la disponibilità di telefoni cellulari.
Grazie a prolungate attività tecniche e di intercettazione, i Carabinieri e il NIR hanno individuato e monitorato numerosi dispositivi mobili introdotti nel carcere tramite parenti dei detenuti o dagli stessi detenuti durante i permessi di uscita. Questi telefoni non erano solo utilizzati per mantenere i contatti familiari, ma anche per gestire un vasto traffico di droga all'interno della struttura.
La droga, introdotta con vari stratagemmi, veniva smerciata tra i detenuti, con pagamenti effettuati attraverso carte prepagate. Le indagini, ancora in corso, hanno consentito di ricostruire un quadro dettagliato del traffico illecito, portando a numerosi sequestri e arresti in flagranza.
Ingente dispiego di forze
L'operazione ha visto l'impiego di oltre 200 unità tra Carabinieri, militari del 1º Reggimento Piemonte e personale del Nucleo Investigativo Regionale e Centrale della Polizia Penitenziaria. Non sono emerse, allo stato attuale, responsabilità penali a carico del personale penitenziario in servizio presso la Casa Circondariale di Torino.
Il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria ha collaborato attivamente alle indagini, sottolineando che le acquisizioni investigative rappresentano uno stato iniziale del procedimento. Gli indagati, pertanto, devono considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva di condanna.