indagini in corso

Cinquecento mucche a rischio malnutrizione: la Procura interviene sull’Azienda Mellano di Rivarolo

Il sindaco nominato “custode delle vacche” dopo l’ispezione dell’AslTo4. Accertamenti in corso sulla maxi-stalla per garantire il benessere degli animali e verificare possibili maltrattamenti

Cinquecento mucche a rischio malnutrizione: la Procura interviene sull’Azienda Mellano di Rivarolo
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Cinquecento mucche a rischio malnutrizione: la Procura interviene sull’Azienda Mellano di Rivarolo. Il sindaco nominato “custode delle vacche” dopo l’ispezione dell’AslTo4. Accertamenti in corso sulla maxi-stalla per garantire il benessere degli animali e verificare possibili maltrattamenti.

Cinquecento mucche a rischio malnutrizione

Più di cinquecento mucche a rischio di malnutrizione. E sulla loro condizione di salute, ed eventuali pericoli, da sabato scorso vigila il sindaco Martino Zucco Chinà, in qualità di ufficiale sanitario, di “Custode delle vacche”, così come recita un vecchio articolo di regolamento sull’ordine sanitario in materia di zootecnia. E’ l’effetto dell’inchiesta che sta conducendo la Procura di Ivrea sull’Azienda Agricola Mellano di Borgata Vittoria, tra Rivarolo e Bosconero, gestita da Dino Mellano e famiglia. Ancora martedì 8 aprile, il servizio veterinario dell’AslTo4 è tornato ad ispezionare, su indicazione degli inquirenti, sulla maxi-stalla che corre lungo la Provinciale 460 per continuare gli accertamenti iniziati una decina di giorni fa. Nell’occasione, sempre gli uomini del dipartimento Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche dell’azienda sanitaria canavesana, nell’occasione accompagnati dalle forze dell’ordine, si erano presentati alle porte dell’azienda per espletare dei controlli. In particolare sulla mandria di mucche, si parla di oltre 500 capi, per verificarne lo stato di salute e, in particolare, di nutrimento. Perché tra le ipotesi al vaglio c’è quella del “maltrattamento”, che si profila anche quando il quantitativo di cibo non è sufficiente per il fabbisogno giornaliero.

Sindaco nominato custode

Ipotesi al vaglio e contro la quale l’imprenditore agricolo farà poi le proprie contro deduzioni, per far valere le ragioni del caso di un tema che “può essere anche una questione soggettiva se una mucca è magra o meno”. Ma questo sarà un capitolo successivo della vicenda, oggi, le parti in causa si confrontano con le relazioni tecniche degli esperti dell’AslTo4 sui capi attenzionati. E allo stato di fatto l’Amministrazione comunale è chiamata ad intervenire con il proprio sindaco in quanto autorità comunale nel ruolo di “custode”. Ovvero: l’azienda può vendere il latte i prodotti derivati dalla materia prima ma nel caso in cui volesse vendere dei capi di bestiame, dovrebbe esserci il placet del primo cittadino, che si pone come filtro tra l’imprenditore e la Procura.

La conferma di Zucco Chinà

«Proprio così – conferma Martino Zucco Chinà a precisa domanda -. Sono stato nominato in virtù degli atti in corso “Custode delle vacche”, nella mia funzione di ufficiale sanitario e a me compete vigilare sulla cernita degli animali sui quali è urgente intervenire per non cagionare ulteriore patimento. Premetto, che in materia sono inesperto e mi limito a prendere atto di quello che decidono i veterinari e non mi sostituisco di certo a loro. Il tutto di concerto con le forze dell’ordine coinvolte: di fatto, non devo far altro che accertarmi quotidianamente direttamente in loco, dello stato di salute degli animali». Tutto questo da sabato 5 aprile. «Sì, da quando mi è stato comunicato questo provvedimento e la Procura mi ha nominato custode, a fronte della richiesta di sequestro, di cui si sta aspettando la decisione del Gip». Si parla di oltre 500 capi di bestiame. «In buona sostanza si sta verificando che venga garantito il nutrimento quotidiano degli animali, che la proprietà sia in grado di dare foraggio e mangiami, in modo tale che la mandria possa essere nutrita costantemente fin tanto che non si arriverà ad una soluzione stabile». O meglio, che l’azienda Mellano non dimostrerà a chi ha messo in essere questo provvedimento che la situazione emergenziale è terminata e per cui il magistrato di turno tolga i paletti fin qui posti. «E potrà accadere – spiega il sindaco - quando tutto rientrerà nella normalità oppure venga trovata soluzione commerciale e gestionale diversa da quella attuale. Ma siamo nel campo delle ipotesi. Sottolineo, comunque, che il mio intervento è in qualità di ufficiale sanitario in quanto sindaco, il tutto anche per evitare di accollarci delle spese. Ad oggi il comune di Rivarolo non ha speso un euro e non ho intenzione di farlo». Perché uno degli scenari possibili è che nel caso in cui l’imprenditore non riuscisse più a nutrire la mandria, è il Comune a dover pagare una quota giornaliera moltiplicata per gli oltre 500 capi per garantirne il nutrimento. «Ad oggi, però, non siamo a questo punto», precisa Zucco Chinà. Allo stato dell’arte, però, se i Mellano volessero vendere uno o più animali, dovrebbe avere il placet del sindaco. «Sì, passa da me che intermedio a mia volta con la Procura, per ottenere il dissequestro dei capi in oggetto».

"Malnutrizione"

Al centro di tutto resta “il rischio di maltrattamento, che si manifesta con il mancato nutrimento, che non ho stabilito io – continua il sindaco -. Era la prima volta che entravo in quell’azienda che so essere una delle più all’avanguardia del Piemonte”. Ma fin quando durerà questa situazione? «Sine die. Ad oggi l’obiettivo, nel breve periodo, è garantire il nutrimento agli animali, non farli soffrire. A tendere, invece, che nell’arco di qualche settimana l’azienda trovi una soluzione stabile per permettere il dissequestro degli animali». All’orizzonte si profila la riduzione della mandria.
Infine. «Come sindaco avrei preferito non dovermi occupare di questa faccenda perché, comunque, è indice di un malessere aziendale che mi auguro possa essere risolto a breve con un risanamento aziendale per la continuazione dell’attività. In prima battuta, curata la sofferenza degli animali, si penserà poi l’aspetto economica. Il tutto, in un periodo in cui le incognite che si aprono sul fronte agricolo a causa dei nuovi dazi, sono sempre più inquietanti. Ci sono produzione di eccellenza in Piemonte che potrebbero essere messe a repentaglio dalla decisione di Donald Trump».

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