San Francesco al Campo

Truffa da oltre 100 mila euro: buoni fruttiferi falsificati e rimborsi illeciti

Nei guai un dipendente delle Poste residente a Ciriè

Truffa da oltre 100 mila euro: buoni fruttiferi falsificati e rimborsi illeciti
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Truffa da oltre 100 mila euro: buoni fruttiferi falsificati e rimborsi illeciti. Nei guai un dipendente delle Poste residente a Ciriè.

Buoni fruttiferi falsificati e rimborsi illeciti

Una vicenda complessa che ruota attorno a buoni fruttiferi falsificati e rimborsi illeciti: a processo un dipendente delle Poste che agiva quando la direttrice era in ferie. Nei guai anche altre quattro persone per una truffa da oltre 100 mila euro. Le accuse vanno dalla truffa aggravata all’abuso di relazioni di servizio, dall’indebita percezione di rimborsi postali all’uso di documenti falsi.

Il processo

Nel processo, con la prossima udienza, ancora predibattimentale, che si terrà a luglio presso il Tribunale di Ivrea, dove sono parte lesa Poste Italiane e il correntista che con la sua denuncia ha permesso di dare avvio all’indagine. Tutto ha inizio nel 2020 con la pm Valentina Bossi della Procura di Ivrea che ha ricostruito l’intera vicenda. Sotto accusa un dipendente, all’epoca dei fatti, dell’ufficio postale di via Torino Z. M., 47 anni, residente a Ciriè (difeso dall’avvocato Antonio Mencobello) che avrebbe agito con soggetti non identificati per impossessarsi di denaro tramite rimborsi fasulli di buoni fruttiferi postali.

Modus operandi

I suddetti buoni, intestati a ignari risparmiatori, venivano alterati, intestati con la clausola CPFR (ovvero Con Pari Facoltà di Rimborso che permette il rimborso con la presenza di un solo intestatario) e riscossi con modalità sospette. L’impiegato postale avrebbe indirizzato gli incassi su carte e libretti riconducibili ad altre quattro persone che ora sono nei guai. A I.G., 52 anni, di San Maurizio Canavese (avvocato Marco Stabile) sarebbero riconducibili diversi movimenti bancari con prelievi di contante. Per l’accusa ci sarebbero rimborsi fraudolenti di almeno 15 buoni postali (per un valore di oltre 70 mila euro), molti intestati a persone ignare dell’operazione.

Gli altri attori della sospetta truffa

Nell’inchiesta figura anche F.G., 45 anni, di Montanaro, che avrebbe ricevuto dal dipendente delle Poste assegni già compilati in parte o in forma ingannevole. tra questi un assegno di circa 10 mila euro. L’uomo dopo averlo incassato avrebbe poi consegnato parte del denaro a D.J, 33 anni Bordighera, ma residente a Torino (avvocato Wilmer Perga). I due risultano coinvolti anche in un episodio dell’agosto del 2020 in cui vennero effettuati prelievi e operazioni di smistamento di denaro da un conto corrente postale intestato al correntista che ha denunciato la truffa. Infine A.M, 43 anni, di Napoli, (avvocato Beatrice Salegna) che avrebbe ricevuto, su un conto a lei intestato presso l’ufficio postale di Napoli 12, un rimborso fraudolento di buoni postali per circa 10 mila euro.

Truffa da oltre 100mila euro

Adesso si dovrà chiarire se si è trattato di un sistema collaudato o abusi isolati. Per la Procura d’Ivrea i titoli, alterati e falsificati in ogni dettaglio, dalla firma al colore della carta, venivamo poi accompagnati da fotocopie di documenti d’identità altrettanto contraffatti per una somma totale sottratta, con decine di operazioni, che ammonterebbe a oltre 100 mila euro.

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