Volpiano, lavoratori sospesi e senza reddito
La Fiom Cgil è al lavoro per tutelare i lavoratori.

Volpiano, lavoratori sospesi e senza reddito.
Volpiano, lavoratori sospesi e senza reddito
Incontro Comital in Regione, Bellono e Vermena: “Tutelare i lavoratori, senza reddito e senza ammortizzatori”. La Fiom Cgil rende noto che si è svolto nella giornata di ieri, venerdì 13 luglio 2018, presso gli uffici della Regione Piemonte un incontro sulla situazione della Comital e della Lamalù di Volpiano. A cui hanno partecipato le organizzazioni sindacali, l’assessore regionale al lavoro, Gianna Pentenero, e i curatori fallimentari.
Previsto un presidio dei lavoratori
Previsto un presidio dei lavoratori. Nel corso dell’incontro è emerso come vi siano degli interessamenti per rilevare le aziende, che condurranno con ogni probabilità ad un’asta i cui tempi però slitteranno a fine settembre. Nel frattempo, i lavoratori, a partire dal 19 giugno (data del fallimento), sono sospesi, senza reddito e senza possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali. Nelle scorse settimane, infatti, il Tribunale di Ivrea ha decretato il fallimento della Comital. Azienda che occupa 110 dipendenti e lavora nel settore dell’alluminio, senza continuità produttiva, che avrebbe mantenuto in attività l’azienda, seppur in modo parziale, scaricando in questo modo la crisi dell’azienda sulla pelle dei lavoratori.
Interviene la Fiom Cgil
Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom Cgil, dichiara: “Quello di Volpiano è un caso davvero emblematico e anche paradossale. Nel momento in cui si parla tanto di aziende italiane che finiscono in mani straniere. Prima la Cuki cede ai francesi due rami d’azienda – Comital e Lamalù – che nel giro di tre anni falliscono. E subito dopo – è notizia di due giorni fa – la stessa Cuki passa ad un gruppo tedesco”. Julia Vermena, responsabile della Comital per la Fiom Cgil torinese, dichiara: “Siamo convinti che Comital vada venduta. Nel frattempo è necessario tutelare i lavoratori, che non possono stare per più di quattro mesi senza stipendio e senza ammortizzatori sociali”.