Comital e Lamalù: nessuna offerta per le aziende volpianesi in crisi

Oggi, a mezzogiorno, all'assessorato del lavoro della Regione Piemonte incontro sulla delicata vertenza.

Comital e Lamalù: nessuna offerta per le aziende volpianesi in crisi
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Fumata nera per Comital e Lamalù. Ieri è scaduto il bando per l'acquisizione e non sono arrivate offerte. Oggi, a mezzogiorno, all'assessorato del lavoro della Regione Piemonte incontro sulla delicata vertenza.

Fumata nera per Comital e Lamalù

E' appesa ad un filo la situazione degli oltre cento dipendenti di Comital e Lamalù. La vicenda ha attirato anche l'attenzione del governo, che ha risposto ad una interrogazione presentata da Anna Rossomando del PD. «Dopo mesi – commenta la parlmentare – che attendevo una risposta per capire quali iniziative il ministro Di Maio intendesse assumere, il Sottosegretario Crippa mi ha vagamente risposto che si dovrà attendere l'esito del bando di vendita».

Incontro in Regione

Bando che è scaduto ieri, martedì 2 ottobre. Purtroppo, non c'è stata per le aziende volpianesi in crisi nessuna offerta. Quindi i curatori fallimentari potrebbero presentare un nuovo bando. Intanto, oggi, mercoledì 3 ottobre, si terrà presso la sede dell'assessorato regionale al lavoro un incontro sulla situazione delle due aziende. «L'incontro avviene in un momento davvero decisivo per Volpiano». E' infatti il commento di Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom-Cgil, e Julia Vermena, responsabile Comital e Lamalù per Fiom-Cgil.

Lavoratori in difficoltà

Su Comital e Lamalù dal sindacato aggiungono: «In questi giorni è in uscita il decreto che dovrebbe consentire di ripristinare la cassa integrazione. Quest'ultima infatti è decaduta nel momento in cui è stato dichiarato il fallimento. Difesa del lavoro e difesa del reddito restano le nostre priorità tanto più che in questa situazione di incertezza la curatela fallimentare ha avviato comunque la procedura di licenziamento collettivo: l'obiettivo immediato resta per noi la tutela dei lavoratori attraverso la cassa integrazione e quindi il ritiro dei licenziamenti».

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