Covid dopo l'emergenza lotta all'evasione fiscale
C'è un ammanco in bilancio di 500mila euro. Ma è il momento giusto per farlo?
Covid dopo l'emergenza a Rivarolo inizierà l'accertamento fiscale per i tributi non pagati.
Covid dopo l'emergenza i controlli
Passata l’emergenza sanitaria il Comune di Rivarolo andrà a caccia di 500mila euro di evasione. Un tesoro da mezzo milione tra multe non pagate e tasse evase tra Tari, Tasi ... buoni mensa non pagati e così via. I controlli partiranno dal 2014 e a strascico si arriverà fino ad oggi. E sarà una ricerca anche abbastanza celere, perché il Comune si affiderà ad un’agenzia esterna per far emergere il sommerso e riscuoterlo. E’ quanto stato deciso nella Giunta del 30 aprile scorso in cui l’esecutivo Rostagno ha licenziato il provvedimento «autorizzazione a procedere alla predisposizione di bando di gara e successivo capitolato per l’affidamento delle attività di supporto alla riscossione forzata delle entrate tributarie e patrimoniali del Comune».
Parla l'assessore al bilancio
A spiegare il senso di questo provvedimento è l’assessore al bilancio Francesco Diemoz.
Covid dopo l'emergenza. «Partiamo col dire il nostro ente non ha un ufficiale giudiziario interno e, pertanto, dobbiamo affidarci ad una figura terza per la riscossione. E allo stesso tempo, questa figura terza, non avrà solo una funzione da “pubblico ufficiale” (per la riscossione) ma sarà anche di supporto ai nostri uffici per visure e la redazione di documenti per il nostro personale». E per ciò che concerne il Comune di Rivarolo stiamo parlando di mezzo milione di euro da far riemergere dal mare magnum dell’evasione dei tributi locali: mensa, multe, Imu ... insomma tutto il pacchetto. L’accertamento sarà cumulativo e anche il conto sarà unico e sarà la somma di tutto quello che, nel caso di Rivarolo, dal 2014 ad oggi non è stato pagato.
Crediti esigibili da far riemergere
«Siamo arrivati a questo punto perché nel nostro bilancio alla voce crediti non esigibili siamo arrivati a quota 500mila euro, un’asticella troppo alta», rivela Diemoz. Il tutto se si rapporta al fatto che il bilancio di una città come Rivarolo si chiude intorno ai 22-24 milioni di euro. In particolare le tasse più evase, o meno pagata a seconda della prospettiva da cui si vuole vedere il problema, sono l’Imu e Tari dove si contano in alcuni esercizi economici punte anche del 40%, con un minimo del 20%. Per non parlare poi delle multe elevate dai Vigili urbani.
«E’ così - sospira Diemoz -. Rispetto ai Comuni delle nostre dimensioni, questo genere di fenomeno ha dimensioni più grandi. Nel prossimo bilancio di previsione nel “cassetto” del fondo creditizio di dubbia esigibilità ci sarà iscritto, euro più euro meno, circa mezzo milione. Una cifra che non si può tollerare e che crea anche difficoltà».
E' il momento giusto?
Tutto giusto, forse sono sbagliati i tempi di un provvedimento di questo genere: in piena emergenza Covid-19, con l’economia in ginocchio a causa del lockdown e con i negozi ancora chiusi. Sul punto Diemoz vuole sgomberare dal campo ogni equivoco.
«Si fa adesso il bando e tutto questo sarà operativo solo nei prossimi mesi. L’emergenza di questo periodo non c’entra nulla: è un atto che avremmo fatto. E poi l’azione partirà dal 2014, i tributi di oggi non c’entrano assolutamente nulla». Assicura Diemoz. «I nostri uffici, che ringrazio, hanno avuto sempre un atteggiamento di collaborazione con gli utenti, facendo un grosso lavoro di mediazione per arrivare a dilazionare il debito nei confronti di quei cittadini che non sono riusciti in precedenza ad onorare il proprio obbligo con lo Stato. Capendo chi le tasse non le ha potute pagare per problemi reali e a differenza di chi, invece, magari si è solo dimenticato».
Maurizio Vermiglio