Il Nursind attacca: "Lanzo e Cuorgnè Covid hospital? Alcune scelte andavano discusse mesi fa"
"Avevamo suggerito di valutare attentamente l'utilizzo del presidio di Castellamonte, senza intaccare gli altri ospedali, ma gli appelli sono rimasti inascoltati".
Il Nursind attacca: "Lanzo e Cuorgnè Covid hospital? Alcune scelte andavano discusse mesi fa", il Segretario NurSind Torino Giuseppe Summa esprime tutte le sue perplessità sulla gestione logistica dell'emergenza.
Il Nursind attacca sulla gestione dell'emergenza
Sul piede di guerra il sindacato delle professioni infermieristiche che attacca la Regione sulle scelte effettuate nell'Asl To4 di destinare i due ospedali di Cuorgnè e Lanzo ai Covid hospital. Sotto accusa l'individuazione stessa delle strutture e i tempi scelti.
"Era il mese di giugno quando Nursind il sindacato delle professioni infermieristiche, invitava la Regione e le aziende con più presidi ospedalieri, ad invidividuarne uno come covid hospital, in vista di una ripresa della pandemia - scrive in una nota ufficiale il Segretario NurSind Torino Giuseppe Summa - Nello specifico per l' ASLTO4, Nursind aveva suggerito di valutare attentamente l'utilizzo del presidio di Castellamonte, senza intaccare gli altri ospedali, ma gli appelli sono rimasti inascoltati. Non si ha avuto il coraggio di assumersi la responsabilità politica sperando che la pandemia non ritornasse".
"Decisioni affrettate"
"Comprendiamo che in questo momento alcune decisioni non siano semplici, ma andavano prese mesi fa e non nel giro di poche ore - prosegue il Nursind - Forse non ci si rende conto della rivoluzione che sta subendo l'organizzazione ospedaliera aziendale e delle importanti ricadute sui cittadini e personale che ci lavora. In tanti infatti si pongono numerosi quesiti: che fine faranno i presidi? E i vari servizi? L' Hospice di Lanzo e il day hospital oncologico di Cuorgnè ad esempio? Dove saranno collocati i pazienti non covid che attualmente sono presenti nei due presidi? Per non parlare dello stato emotivo attuale del personale, che ha appreso con stupore della scelta regionale ( così come probabilmente anche i sindaci e l' azienda) solo attraverso i giornali".
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"Unità di crisi inadeguata"
"Decisioni così importanti vanno quantomeno discusse e valutate con chi conosce l'organizzazione dell'azienda. Siamo seriamente preoccupati che il pronto soccorso di Ivrea possa non reggere i passaggi aggiuntivi di quello di Cuorgnè chiuso. Purtroppo ancora una volta dobbiamo sottolineare l'inadeguatezza dell'unità di crisi regionale. Nel frattempo il prossimo 5 novembre ci sarà un incontro con i vertici dell' ASLTO4. Chiederemo all'azienda rassicurazioni in merito al futuro dei due presidi e soprattutto massima attenzione al personale che ci lavora".