SVELATA LA CNAPI

Pubblicata la mappa per lo stoccaggio delle scorie nucleari, individuata area anche in Canavase

Si tratta dell'area fra Caluso, Mazzé e Rondissone, un'altra area a Carmagnola.

Pubblicata la mappa per lo stoccaggio delle scorie nucleari, individuata area anche in Canavase
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Pubblicata la mappa per lo stoccaggio delle scorie nucleari, individuata area anche in Canavese fra Caluso, Mazzé e Rondissone.

Pubblicata la mappa per lo stoccaggio delle scorie nucleari

Nella notte tra il 4 e il 5 gennaio 2021, è stata svelata la “Cnapi” (Carta delle aree potenzialmente idonee) ossia la mappa delle aree che potranno ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani. Lo scorso 30 dicembre la Sogin, società pubblica di gestione del nucleare, ha ricevuto dal Governo il nullaosta e nella giornata di ieri ha pubblicato sulle pagine del web www.depositonazionale.it/ la documentazione completa fino ad oggi ritenuta altamente riservata.

Individuata area anche in Canavese

Sono 67 le località selezionale nelle quali esistono le condizioni tecniche per realizzare gli impianti. Dodici le aree più adatte che si trovano nelle province di Alessandria, Torino e Viterbo. Le zone piemontesi sono state indicate all’interno della “Classe A1” e “A2” (colore verde smeraldo e verde pisello) e quindi con caratteristiche tecniche molto adatte per la possibile costruzione di un deposito.

  • Torino (2 aree): l’area di Carmagnola e un’area fra Caluso, Mazzé e Rondissone.
  • Alessandria (6 aree): Alessandria-Castelletto Monferrato-Quargnento; Fubine-Quargnento; Alessandria-Oviglio; Bosco Marengo-Frugarolo; Bosco Marengo-Novi Ligure; Castelnuovo Bormida-Sezzadio.

Non appena ricevuta la notizia della proposta di localizzazione dei siti per le scorie radioattive il vicesindaco della Città metropolitana di Torino, Marco Marocco, ha convocato per oggi pomeriggio  un incontro con le amministrazioni coinvolte per esaminare la situazione. L’iniziativa è stata presa anche dai vertici della Provincia di Alessandria.

Le altre zone

Questo documento governativo non dice il punto in cui bisognerà costruire il deposito, ma ha individuato 67 aree su tutta la nazione che soddisfano i 25 criteri stabiliti nel 2014-2015 per poterlo costruire. Questi 67 punti sono stati a loro volta suddivisi con 4 colori a seconda del grado di adeguatezza: verde smeraldo (punteggio più alto), verde pisello (buono), celeste (isole) e giallo (zone possibili ma meno adeguate).

Le macro-zone stabilite dalla “Cnapi” sono le seguenti:

  • Piemonte: 8 aree tra Torino e Alessandria
  • Toscana-Lazio: 24 aree tra Siena, Grosseto e Viterbo
  • Basilicata-Puglia:17 aree tra Potenza, Matera, Bari, Taranto
  • Sardegna: 14 aree in provincia di Oristano
  • Sicilia: 4 aree nelle province di Trapani, Palermo, Caltanissetta

La mappa, aggiornata nel dettaglio, è riportata sul sito del Deposito nazionale (CLICCA QUI).

I perché delle scelte

Nel suo documento del 2014 l’Ispra aveva identificato almeno 28 tra criteri ed aree di esclusione:

  • Criteri geologici a cui se ne aggiungono altri amministrativi.
  • Criteri di convenienza e buon senso: anche se le isole, Sicilia e soprattutto Sardegna, sono comprese, per loro si unirebbe alle altre complessità anche il problema del trasporto.
  • Le prime aree da scartare sono state comunque quelle vulcaniche, e poi quelle sismiche o interessate a fenomeni di faglia; quelle soggette a frane e inondazioni, o in fasce fluviali o in depositi alluvionali preistorici;
  • Escluse aree al di sopra di 700 metri di altitudine o con pendenze superiori al 10%.
  • Escluse quelle sino alla distanza di 5 chilometri dalla costa, in zone carsiche o vicine a sorgenti o a Parchi nazionali o luoghi di interesse naturalistico;
  • Bisogna poi mantenere un’adeguata distanza dai centri abitati; almeno un chilometro da autostrade, strade statali o linee ferroviarie; bisogna tenersi lontani da attività industriali, dighe, aeroporti, poligoni militari, zone di sfruttamento minerario.
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