operazione dei carabinieri

Assalto al bancomat di Favria: smantellata la banda della “marmotta”, 8 arresti

Arrestati gli autori del furto alla filiale Unicredit di Favria. La banda è accusata di 17 assalti a bancomat in tutta Italia con l’uso di esplosivi

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Assalto al bancomat di Favria: arrestati gli otto componenti della banda specializzata in furti con esplosivi. Arrestati gli autori del furto alla filiale Unicredit di Favria. La banda è accusata di 17 assalti a bancomat in tutta Italia con l’uso di esplosivi.

Assalto al bancomat di Favria

È stata individuata e fermata la banda responsabile dell’assalto al bancomat della filiale Unicredit di Favria, avvenuto lo scorso 2 ottobre. I Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia, con il supporto della 2ª Sezione del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Torino, hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di otto indagati, accusati di far parte di un’organizzazione criminale specializzata in furti a sportelli ATM con l’uso di esplosivi.

Il metodo della "marmotta" e gli assalti in tutta Italia

Il gruppo operava su scala nazionale utilizzando il cosiddetto “metodo della marmotta”, un sistema che prevede l’inserimento di ordigni artigianali nei bancomat per farli esplodere e accedere al denaro custodito. Le indagini, avviate nel dicembre 2023, hanno portato alla luce un’associazione per delinquere con base in provincia di Foggia, accusata di aver effettuato almeno 17 colpi tra luglio e settembre 2024 in Piemonte, Puglia, Campania, Lombardia e Basilicata, con un bottino complessivo di circa 290.000 euro.

Il colpo di Favria

Il colpo di Favria, avvenuto alle 2:30 del 2 ottobre presso la filiale Unicredit di via Servais 1, è stato condotto con la stessa tecnica. I malviventi, dopo aver inserito l’ordigno esplosivo, hanno fatto saltare in aria il bancomat, creando un’enorme deflagrazione che ha distrutto l’ATM e parte della struttura. Le indagini hanno permesso di collegare questo episodio alla stessa organizzazione criminale.

Il modus operandi

L’organizzazione faceva uso di auto rubate o con targhe clonate per spostarsi e di carte di credito prepagate intestate a persone straniere per forzare l’apertura degli sportelli ATM. Gli otto componenti del gruppo, ognuno con ruoli ben definiti (autisti, vedette, esecutori operativi e logistici), disponevano di competenze specifiche nella fabbricazione degli esplosivi e nella conoscenza dei meccanismi di funzionamento degli ATM. Il denaro macchiato dai dispositivi antifurto veniva poi ripulito e riciclato attraverso un sistema ben organizzato.

Le operazioni e i sequestri

Durante le perquisizioni legate all’arresto, i Carabinieri hanno sequestrato documenti di identità falsi, carte di credito ricaricabili, banconote alcune ancora macchiate, 31 cartucce calibro 12 e 7,65, tre autovetture, tre targhe di veicoli, 261 petardi, 2,20 metri di miccia per “marmotte” e altri strumenti per fabbricare ordigni artigianali.

Le accuse

Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata a furti aggravati, utilizzo di esplosivi, ricettazione, violazione della legge sulle armi e riciclaggio. L’adozione della custodia cautelare in carcere è stata giustificata dalla necessità di interrompere una serie di delitti che aveva già coinvolto oltre 80 sportelli ATM in tutta Italia dalla fine del 2023.

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