la vicenda ha suscitato polemiche

Apre il cantiere per il parco fotovoltaico di Rivarolo

Il vicesindaco Diemoz: «Ci hanno avvisato dell’inizio dei lavori»

Apre il cantiere per il parco fotovoltaico di Rivarolo
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Apre il cantiere per il parco fotovoltaico. Il vicesindaco Diemoz: «Ci hanno avvisato dell’inizio dei lavori».

Apre il cantiere per il parco fotovoltaico

Questione di giorni, al massimo di settimane e il cantiere per la realizzazione del grande parco fotovoltaico aprirà. A confermarlo è il vice sindaco di Rivarolo, Francesco Diemoz. «Abbiamo ricevuto una comunicazione con la quale siamo stati informati, perché come si sa, le autorizzazioni sono sovra-comunali e noi, su questa partita, non abbiamo voce in capitolo».

120mila metri quadri

Si tratta di una distesa di 12 ettari di terreno agricolo ricoperti da pannelli fotovoltaici. Un totale di 120.000 metri quadri di mais verranno sacrificati per un impianto di produzione di energia elettrica solare. Una distesa grande come poco meno di 13 campi regolamentari da calcio; per essere precisi 12 e mezzo. Questi i numeri dell’area fra Argentera e Benne di Oglianico, nei pressi della «Cascina Marescialla» oggetto dell’intervento «green» di un’azienda anglo-israeliana che ha ottenuto il permesso a costruire dalla Città Metropolitana.

Comune estromesso

«E noi come Comune non abbiamo avuto alcuna voce in capitolo», ribadisce l’assessore all’urbanistica Francesco Diemoz e della questione se ne seppe solo durante la commissione pianificazione territoriale dove all’ordine del giorno spuntò il progetto perché l’Amministrazione locale è titolare della viabilità e, quindi, coinvolta. Un Decreto Legge del 2003 su questa materia attribuisce la Competenza a Città Metropolitana e quando ci sono di mezzo attività di pubblica utilità, come questa del parco fotovoltaico, indifferibili ed urgenti, dice la legge, il Comune è escluso dal patto ambientale ed è per questo motivo che in fase istruttoria il Comune di Rivarolo non è stato coinvolto. Non solo. L’autorizzazione non può essere subordinata e né prevedere compensazioni al territorio che la ospita, anche se realizzata su territorio agricolo. Tradotto: niente bolletta energetica scontata per i rivarolesi o opere a compensazione per la città. E ancora una volta la città si trova a fare i conti con un’eredità del passato. Perché così come per la Centrale a biomassa ad un certo punto si sono viste spuntare le gru, per effetto di permessi di anni addietro ricoperti dalla polvere, anche questa volta la storia si ripete. Perché l’autorizzazione al parco solare di Benne delle Paglie è stata nei cassetti prima della riesumazione niente meno che dall’11 maggio 2011. Dodici anni fa. E all’epoca la potenza del progetto, sulla stessa superficie, era di 7.000 Kw; oggi, effetto delle nuove tecnologie, l’impianto produrrà qualcosa come 11.340 Kw attraverso 22.548 moduli di trasformazione dei reggi del Sole in corrente elettrica.

Presente e futuro

Tra l’altro il terreno in oggetto è di «classe terza» (la scala varia da 1 a quattro) che tradotto significa che dal punto di vista agricolo non è di pregio e non sono presenti neanche coltivazioni «protette» come potrebbe essere un vigneto di Erbaluce o Carema, giusto per fare un esempio, e quindi non c’è nessuna tutela particolare da poter anteporre all’interesse prettamente commerciale del parco fotovoltaico. Non solo. A rendere il progetto «inattaccabile» dal punto di vista giuridico anche il fatto che l’impianto non ha fondamenta, non modifica il suolo e non lo intacca. E’ un’area di un unico mappale e fra 30 anni, tanto dura l’autorizzazione che è stata concessa, dovrà ritornare allo suo stato originale. Nel frattempo, dalla Regione trapelano indiscrezioni sul fatto verranno emesse delle linee guida su questa particolare materia per indicare per il futuro le zone in Piemonte dove è possibile realizzare o meno questo impianti. Nell’attesa, però, i lparco di Rivarolo a breve inizierà a prendere «forma».

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