non è ancora finita

Cuorgnè, la ditta Scavi Ter ricorre al TAR per la cava di Campore: il Comune si oppone

Nonostante il blocco imposto da Città Metropolitana per vincoli post-incendio, l’azienda chiede l’annullamento degli atti. La Giunta comunale approva la costituzione in giudizio

Cuorgnè, la ditta Scavi Ter ricorre al TAR per la cava di Campore: il Comune si oppone
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Cuorgnè, la ditta Scavi Ter ricorre al TAR per la cava di Campore: il Comune si oppone. Nonostante il blocco imposto da Città Metropolitana per vincoli post-incendio, l’azienda chiede l’annullamento degli atti. La Giunta comunale approva la costituzione in giudizio.

Scavi Ter ricorre al TAR per la cava di Campore

Sembrava che sulla questione cava in località Der a Campore, frazione di Cuorgnè, fosse stata messa la parole “fine” definitiva ad aprile, quando Città Metropolitana concluse il procedimento avviato dalla ditta proponente, la Scavi Ter, La ditta, invece, ha deciso di ricorrere al Tribunale Amministrativo Regionale contro quel blocco della procedura autorizzata.

La decisione di Città Metropolitana

A pesare sulla decisione di Città Metropolitana era stato soprattutto il fatto che le zone interessate al progetto erano state colpite da un incendio boschivo nel 2017: la legge prevede che, per almeno 15 anni dall’evento, le aree percorse da fuoco non possano cambiare destinazione d’uso. E la destinazione  d’uso dell’area erano, prima dell’incendio, le attività agricole e silvo-pastorali, Destinazione d’uso che non può, quindi, essere modificata fino al 2032. Sembrava quindi che questo fatto chiudesse tutta la vicenda.

Il ricorso

Invece il Comune di Cuorgnè, attraverso un comunicato, ha fatto sapere che è gli stato notificato, su istanza della ditta Scavi Ter di Morletto, un ricorso con cui si chiede al TAR del Piemonte di annullare gli atti del procedimento. Destinatari del ricorso, oltre a Cuorgnè, sono la Città Metropolitana di Torino, la Regione Piemonte, il Comune di Alpette e l’Arpa Piemonte. «Con delibera n. 101 del 24 giugno 2025, la Giunta ha autorizzato il Sindaco a costituirsi in giudizio mediante il deposito di una memoria, nella quale si darà atto della correttezza e legittimità degli atti assunti dal nostro Comune». In realtà  che l’area che sarebbe potuta divenire il luogo della cava era inserita nel catasto comunale delle aree percorse da fuoco, come prevede la legge 353 del 2000, anche l’azienda che aveva fatto richiesta ne era informata fin dall’inizio, come aveva evidenziato la Sindaco Giovanna Cresto lo scorso aprile, all’indomani della decisione di Città Metropolitana di non proseguire con la verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale del progetto. Allora Cresto, aveva infatti evidenziato come l’Amministrazione avesse riferito alla Cavi Ter che i terreni erano stati coinvolti in un incendio pochi anni prima. Adesso, quindi, l’Amministrazione resisterà in tribunale al ricorso. Dal Sindaco poi l’assicurazione ai cittadini che «seguiranno aggiornamenti sull’esito del ricorso».