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Dal Canavese a Milano: è Nicolò a cucire i costumi dello spettacolo «Aggiungi un posto a tavola»

Nicolò Ruzzante, originario di Bosconero, che ha appena collaborato come aiuto sarto per lo spettacolo in scena al Teatro Nazionale di Milano.

Dal Canavese a Milano: è Nicolò a cucire i costumi dello spettacolo «Aggiungi un posto a tavola»
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Dal Canavese a Milano: è Nicolò a cucire i costumi dello spettacolo «Aggiungi un posto a tavola»

Nicolò, dal Canavese a Milano

Dal Canavese a Milano: quando il teatro è sinonimo di manualità e creatività. Solitamente si è portati a pensare che una rappresentazione teatrale sia portata avanti solo dagli attori. Tuttavia, parimenti importante per la riuscita dello spettacolo, sono le professionalità che si muovono nel dietro alle quinte. Né da testimonianza il costumista ventiduenne Nicolò Ruzzante, originario di Bosconero, che ha appena collaborato come aiuto sarto per la produzione di “Aggiungi un Posto a Tavola” al Teatro Nazionale di Milano.

Come ti sei avvicinato al mestiere e cosa ti ha spinto a volerlo trasformare in una professione?
«Mi sono avvicinato al mondo del teatro frequentando corsi dall'età di 6 anni. Condividendo la stessa passione con mio fratello, già da bambini creavamo in casa piccoli spettacoli e la famiglia faceva da pubblico. Io mi occupavo già di costumi, pescando da un grande cesto di vecchi abiti dei nostri parenti. Nel 2009 sono entrato a far parte della compagnia “Chi è di Scena”. Negli anni ho preso parte a diversa produzione amatoriali presso la stessa associazione e sicuramente recitare mi ha aiutato a capire quelle che sono le necessità degli artisti in scena. Parallelamente ho frequentato il liceo artistico “Aldo Passoni” di Torino, indirizzo Moda e Costume. Approfondisco i miei studi preso l'Accademia Teatro alla Scala di Milano, frequentando il corso per Sarti dello Spettacolo 2019/2020. In accademia ho avuto modo di toccare varie discipline: sartoria maschile e femminile, elaborazione del costume, modisteria, realizzando diversi progetti come un tutù, un completo diplomatico maschile e un corsetto. La mia esperienza in accademia mi ha permesso di effettuare i primi stage in teatri più importanti come il Teatro alla Scala, il Piccolo Teatro Strehler e il Teatro Donizetti».

Come si realizza un costume teatrale?
«Dal 2020 ho aperto una sartoria con Gabriele de Mattheis, lavorando a contatto con i registi. Dopo aver appreso cosa desiderano realizzare, vengono disegnati dei bozzetti. Se vengono approvati si passa alla scelta del tessuto. Questo deve essere particolarmente resistente per resistere ai lavaggi e alle tourneè. Quindi si realizza il cartamodello da cui viene creato l'abito. Fondamentale è conoscere il periodo storico in cui è ambientata la storia e lo status sociale del personaggio. I costumi devono avere una resa visiva da lontano e non sono importanti i dettagli. Le cuciture devono essere resistenti e gli abiti devono adattarsi facilmente alle varie taglie».

Quali sono stati gli inconvenienti legati al periodo Covid?
«L'anno scorso capitava spesso che ci fossero dei cambiamenti dell'ultimo minuto che influivano sui ruoli dell'intera compagnia. La sanificazione e l'uso delle mascherine».

Il territorio canavesano offre opportunità lavorative in questo settore?
«Purtroppo, al momento, per vivere di quest'attività bisogna spostarsi a Roma o a Milano. Nel torinese sono poche le realtà teatrali che offrono delle possibilità. Da giovane canavesano mi piacerebbe rimanere a lavorare nel mio territorio, ma non è possibile».

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