I dati sull'aria migliorano, ma le centraline sono solo a Leini, Ivrea e Ceresole
A Rivarolo da anni il Comitato «Non Bruciamoci il futuro» lotta per avere in città una stazione di controllo, quella della Centrale è poco leggibile e non è «ufficiale»
I dati sull'aria migliorano, ma le centraline sono solo a Leini, Ivrea e Ceresole: manca tutto il quadrante dell’Alto Canavese che resta «scoperto».
I dati sull'aria migliorano
Che aria tira in Canavese? Stando ai dati recentemente diffusi dalla Città Metropolitana di Torino, nel 2023 la qualità di ciò che respiriamo quotidianamente è sensibilmente migliorata rispetto all’anno precedente: nove dei dodici inquinanti per i quali sono stabiliti valori di riferimento rispettano i valori limite e obiettivo nel Torinese, e tutte le serie storiche di lungo periodo mostrano un’evidente riduzione delle concentrazioni. Certo, PM 10 (particolato), biossido di azoto e ozono si confermano inquinanti critici che ancora sforano i valori «tetto» imposti per legge, ma anche nel loro caso i numeri registrati mostrano un significativo miglioramento rispetto al 2022.
Ma, c’è un ma. E cioè che un’analisi della qualità dell’aria in Canavese, e in particolare in Alto Canavese, ad oggi resta possibile solo con un elevato grado di approssimazione, incrociando i dati provenienti dalle uniche tre stazioni di rilevamanento presenti sul territorio, quella di Leini, quella di Ivrea e quella di Ceresole Reale. Tre siti molto differenti (e distanti) tra loro, che realisticamente non possono fornire valori veramente rappresentativi dell’intera area. Ciò significa che il «quadrante» alto-canavesano al momento non dispone ancora di strumenti per verificare la qualità di ciò che entra nei polmoni dei suoi abitanti.
Il caso Rivarolo
A Rivarolo, è l’associazione Non Bruciamoci il futuro a battersi da anni per l’installazione in città di un sito di monitoraggio dell’aria ufficiale. Il Comitato era nato nel 2012 per contrastare la centrale a biomassa (dapprima gestita da Sipea, poi da Engie) situata nell’ex stabilimento Vallesusa; una battaglia persa, ma che dopo decine di tavoli e confronti anche con le istituzioni aveva raggiunto quantomeno due risultati: da un lato si erano stabiliti limiti molto restrittivi sui valori degli inquinanti emessi dall’impianto; dall’altro, il Comune era diventato un’«interfaccia» importante con cui rapportarsi sul tema. Inoltre, data l’assenza di una stazione di rilevamento a Rivarolo, e su richiesta del sodalizio, Engie si era impegnata a installare una propria centralina di monitoraggio nel parco Spazio Elementare, impegno adempiuto lo scorso anno. Anche così, però, resta il problema di fondo: «Innanzitutto per accedere alla centralina serve una password, e in ogni caso i dati da essa elaborati non sono facili da decifrare - riferiscono Giovanni Fragale e Danila Tarizzo, rispettivamente vicepresidente e segretaria del Comitato -. Avremmo preferito un sistema più trasparente, magari con un tabellone a vista in modo da rendere i valori consultabili da tutti. Bisogna poi considerare che una centralina del genere può servire fino a un certo punto, perché i dati che hanno valore “ufficiale” sono solo quelli registrati dalle stazioni Arpa».
Tra inquinamento e viabilità
All’assenza di un sito di monitoraggio, aggiunge Fragale, si era tentato di ovviare in passato con misurazioni sporadiche effettuate da stazioni mobili (su furgone).
«La prima rilevazione, condotta nel 2014 in corso Indipendenza, dove il traffico è intenso, aveva registrato valori di inquinamento paragonabili a quelli di Torino - spiega il vicepresidente del Comitato -. Le misurazioni successive, effettuate in via San Francesco, restituivano un quadro meno problematico, ma bisogna tener conto del fatto che campionamenti così saltuari possono essere fortemente influenzati dalle condizioni particolari del momento». D’altra parte una delle principali criticità di Rivarolo «è il pesante traffico che attraversa la città. Ciò che servirebbe è una circonvallazione, ma il progetto per realizzarla è stato tolto dal piano regolatore del Comune, contro il nostro parere, alcuni anni fa».
Il Comitato Non bruciamoci il futuro continua nonostante tutto a tenere alta l’attenzione sui temi ambientali: «Solo pochi mesi fa abbiamo avuto un incontro con Engie per chiedere un monitoraggio puntuale circa le emissioni di acido cloridrico - concludono Fragale e Tarizzo -. L’intenzione è quella di portare avanti le nostre istanze cercando la collaborazione dell’Amministrazione comunale».