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Intervista con le «Clown Angels», tre ragazze da ridere in scena a Bosconero

Giorgia Dell'Uomo, Giulia Rabozzi e Silvia Borello sul palco propongono una comicità universale.

Intervista con le «Clown Angels», tre ragazze da ridere in scena a Bosconero
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Intervista con le «Clown Angels», tre ragazze da ridere in scena all' “Alfred Clown Festival”, sabato 7 maggio, a Bosconero.

Clown Angels» in scena a Bosconero

“The Clown Angels”, quando le donne fanno ridere per lavoro! Comunemente si pensa che questo ruolo sia appannaggio di soggetti maschili. Tuttavia Giorgia Dell'Uomo, Giulia Rabozzi e Silvia Borello, con un'età compresa tra i 31 e i 36 anni, non ci stanno a rientrare in questo stereotipo, come s'affrettano ad affermare: «Proponiamo una comicità universale, è un gioco ma non ha nulla a che fare con le tematiche di genere. Approcciare in un certo modo con il pubblico ci viene naturale e non ci poniamo problemi a essere ragazze. Non riusciamo davvero a capire in che punto risieda la differenza tra maschio e femmina nel nostro mondo. Però, al di fuori di questo ambiente, è vero, l'uomo viene considerato più adeguato».

Il trio s'esibirà all' “Alfred Clown Festival”, sabato 7 maggio, alle 21, sulla piazza del paese, con lo spettacolo “Bang Bang!”, chiudendo la rassegna.

L'intervista

Quando avete deciso di formare una compagnia “in rosa”?
«Siamo attive dal 2018. A seguito di diverse esperienze di teatro fisico, danza e teatro ragazzi, ci siamo appassionate al clown e incontrate durante un workshop con Willy The Clown. Prese dall'entusiasmo, abbiamo deciso di fondare la nostra compagnia. Da qui è partito un percorso di conoscenza e ricerca che ci ha portato a individuare un linguaggio comune».

Quanti spettacoli avete realizzato in questi anni?
«La rappresentazione che andrà in scena a Bosconero, con la durata totale di un'ora, rappresenta una novità assoluta. Abbiamo debuttato a novembre con un'anteprima, ma prima d'allora avevamo lavorato a numeri da cabaret e a uno spettacolo di mezz'ora. Tra le nostre partecipazioni ad altre iniziative annoveriamo quella al “Milano Clown Festival” e al “Clown & Clown Festival” di Monte San Giusto»

Il biennio segnato dal Coronavirus vi ha condizionato nella vostra attività artistica?
«Sicuramente sono stati due anni faticosi. Dovevamo debuttare nell'estate del 2020 ma il virus ci ha rallentato. Tuttavia abbiamo trovato nuovi modi per continuare a fare ricerca e sperimentare, arricchendo l'esibizione. Tra il primo e il secondo “lockdown” c'è stata la possibilità di partecipare ad altri due festival. Quindi il 2021 è stato meno deludente dell'anno precedente. Infine, il fatto che fossimo ancora in una fase di esplorazione ha pesato meno rispetto alla situazione in cui il progetto fosse già stato avviato».

Quali sono le vostre aspettative per il futuro?
« Il prossimo 10 giugno prenderemo parte alla rassegna “Chour mo” a Torino. Per il mese di luglio siamo state invitate sul lago Maggiore. Ci aspettiamo di continuare a frequentare nuovi festival, sia all'interno dei teatri sia nelle piazze. Nostro desiderio è esibirci all'estero. La nostra rappresentazione utilizza un linguaggio non verbale con la finalità d'abbattere le barriere culturali e linguistiche. L'anno scorso siamo state ospiti del “Bolina Festival” in Portogallo».

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