La falconeria è un’arte medievale ormai superata? No! Viene utilizzata in aeroporto
«Vengono usati per scacciare i piccioni dalla pista di atterraggio» spiega Maria Teresa Capucchio, docente di Scienze Veterinarie.
La falconeria è un’arte medievale ormai superata? No! «Vengono usati per scacciare i piccioni dalla pista di atterraggio in aeroporto» spiega Maria Teresa Capucchio, docente di Scienze Veterinarie.
La falconeria è un’arte medievale ormai superata? No!
La falconeria è un'arte medievale superata? Pare proprio di no in quanto i rapaci vengono impiegati all'aeroporto “Sandro Pertini” per scacciare i piccioni dalla pista d'atterraggio. Spiega la professoressa Maria Teresa Capucchio, docente del Dipartimento di Scienze Veterinarie di Torino: «Ai giorni nostri la falconeria, intesa come caccia con il falco, è ancora praticata ma i rapaci di proprietà vengono usati anche per altri scopi all’interno della comunità. I falconieri vengono chiamati con i loro rapaci da aeroporti, discariche e allevamenti ittici per allontanare specie di uccelli che vi soggiornano per periodi più o meno lunghi e che creano problemi ingenti alla gestione di queste strutture. La detenzione di questi esemplari è strettamente normata. I soggetti che vengono commercializzati devono essere in possesso del certificato CITES. La scelta di acquistare e detenere un rapace deve essere sempre fortemente ponderata. Necessita infatti di spazi adeguati, un’alimentazione idonea e di allenamento, nonché di un proprietario preparato e competente che sappia come gestirlo in modo da non farsi e fargli male. Dopotutto, anche se nati in cattività, rimangono dei predatori con armi di offesa notevoli».
Come soccorrerli
Questi animali vengono soccorsi, insieme a molti altri selvatici, dal “Centro Animali Non Convenzionali” di Torino. Cosa bisogna fare se si trova un animale ferito al suolo? Interviene la professoressa Capucchio: “ Se si tratta di un soggetto adulto che non riesce a volare, probabilmente sarà ferito o malato e va portato al più vicino centro di recupero. Per prenderlo ci si può aiutare con un asciugamano, facendo attenzione agli artigli e al becco, i principali mezzi che l’animale userà per difendersi. Il consiglio è quello di riporre il prima possibile il volatile in una scatola di dimensioni adeguate, chiusa e con fori per l’aria. Si sconsiglia di manipolarlo a lungo o accarezzarlo: essendo selvatico si spaventerà molto per il contatto con l’uomo e potrebbe addirittura morire per lo stress! Se invece si tratta di un piccolo, non sempre la cosa giusta da fare è toccarlo. I piccoli possono cadere dal nido o uscire per fare delle “passeggiate” ma i genitori rimangono nelle vicinanze e li proteggono. Quindi non bisogna portarli via, al massimo si possono spostare in un punto sopraelevato, dove i genitori li potranno trovare. Hanno bisogno di assistenza solo nel caso in cui siano feriti o deboli e quindi vanno portati il prima possibile in un centro di recupero”.
Il CANC
Il Centro Animali Non Convenzionali è la struttura di riferimento per la gestione e cura della fauna selvatica in difficoltà trovata nel territorio della Città Metropolitana di Torino. Esso ha sede in Largo Braccini 2 a Grugliasco e il servizio di accettazione e cura di questi animali, chiamato “Salviamoli insieme”, è attivo 24 ore su 24 sulle linee telefoniche 011.6709157 (dalle 8.30 alle 20.00) e 3666867428 (dalle 20.00 alle 8.30). Nel centro, gestito dai professori Mitzty Mauthe e Giuseppe Quaranta, lavorano medici veterinari specializzati nella cura di animali selvatici ed esotici e da novembre 2021 è stato attivato un progetto di dottorato, seguito dalla dott.ssa Ilaria Prandi, che in collaborazione con i settori di Patologia (professoressa Maria Teresa Capucchio) e Malattie Infettive (professor Luigi Bertolotti).