mostra fotografica

Legends: Uno sguardo fotografico sul Canavese

Storie, Miti e Leggende di Montalto Dora, Settimo Vittone, Barone, Forno, Pont, Rivara, San Giorgio, Castellamonte e Sparone

Legends: Uno sguardo fotografico sul Canavese
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Un'immersione visiva nella magia del Canavese attraverso la mostra fotografica "Legends: storie, miti e leggende del Canavese", esposta presso la Biblioteca Movimente di Chivasso fino al 20 dicembre.

“Legends: storie, miti e leggende del Canavese”

Ci sono anche Montalto Dora, Settimo Vittone, Barone, Forno, Pont, Rivara, San Giorgio, Castellamonte e Sparone tra gli scatti della mostra fotografica “Legends: storie, miti e leggende del Canavese” aperta fino a mercoledì 20 dicembre negli spazi della Biblioteca Movimente di Chivasso durante gli orari di apertura.

Montalto Dora - La leggenda degli amanti del Castello

Si narra che nel Castello di Montalto Dora, ci siano due fantasmi che appaiono e scompaiono nelle notti di plenilunio: sono due amanti, Emma di Montalto e Guiscardo di Monferrato che, a causa delle inimicizie tra le rispettive famiglie, furono ostacolati nella loro unione ed in seguito raggiunti dalla morte. Oggi i due amanti aleggiano nei pressi del lago sotto al Castello, abbracciati e felici come al tempo del loro giovane amore.

Montestrutto (Settimo Vittone) - La storia del Castello

Un antico castello ottocentesco in stato di abbandono venne ristrutturato da un ricco americano che lo trasformò nella sua dimora estiva, facendolo diventare sede di feste, concerti e spettacoli teatrali, che attiravano visitatori da tutto il mondo. Ancora oggi, tale antica dimora, che sorge silenziosa, sulla sommità di un promontorio roccioso, rimane un luogo magico dove, durante il tramonto, al passaggio di “stormi di uccelli neri”, è ancora possibile sentir echeggiare voci e suoni di feste passate.

I commenti

La curatrice della mostra, Sabrina Sottile:

“È convinzione generalmente riconosciuta che in ogni epoca del passato le storie, i miti, e le leggende sono state parte integrante ed essenziale del corredo di tradizioni e conoscenze appartenente ad ogni popolo della terra, contribuendo a costruirne la memoria collettiva, le radici ed il senso di attaccamento al proprio territorio. Anche oggi, nell’epoca del digitale, della globalizzazione e del processo di spersonalizzazione della società contemporanea, riconoscere l’importanza delle tradizioni e della cultura del passato e saperle valorizzare e diffondere diventa non solo un atto dovuto, ma un’esigenza che porta l’identità di ogni individuo, a identificarsi con la comunità di appartenenza. Il presente progetto, dunque, se da un lato intende proporre un percorso esperienziale volto ad esaltare il valore della narrazione come strumento di riconoscimento sociale, dall’altro pone l’accento su un patrimonio ricco di cultura, tradizione e tesori architettonici appartenenti ad un territorio tutto da scoprire”

L'autore delle immagini Sergio Bertani:

“Nel progetto Legends ho cercato di far sì che il vero protagonista non fosse l’elemento umano - presente in quasi tutte le immagini - bensì l’elemento suggestivo e narrativo. Sono un fotografo teatrale e nella mia tipologia di fotografia la componente scenografica è essenziale. La tecnica con cui ho generato le 10 immagini di questo progetto è quanto di più lontano ci sia dal concetto di “congelamento di un istante”, un po’ erroneamente legato in modo indissolubile al campo della fotografia. La macchina fotografica viene posizionata su treppiede e rimane immobile fino al termine della sessione. Scelgo l’inquadratura e la composizione, posiziono i soggetti e li illumino tramite flash radiocomandati e modificatori di luce come softbox, beauty dish, ecc. Dopodiché scatto una serie di fotografie dove luci e soggetti vengono prima messi e poi tolti e le luci vengono spostate in modo da illuminare altri elementi della scena. Nel lungo processo di postproduzione il tutto viene assemblato, rivelando o eliminando parti della scena a piacimento”

 

 

 

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