Lettera aperta ai sindaci dopo le polemiche il 25 Aprile a Lace
Dal Circolo di Ivrea, Federazione di Biella del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Lettera aperta ai sindaci dopo le polemiche il 25 Aprile a Lace.
Lettera aperta ai sindaci
Il Circolo di Ivrea, la Federazione di Biella e il Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea hanno scritto una lettera aperta ai sindaci che hanno abbandonato la cerimonia del 25 aprile 2025 a Lace "in ricordo e commemorazione dei Partigiani fatti prigionieri e giustiziati il 29 gennaio del 1945".
Il deprecabile gesto di togliervi la fascia tricolore, simbolo della Repubblica che racchiude il valore democratico e la storia del paese, non ha giustificazioni possibili. La fascia con i colori della bandiera italiana rendono i sindaci rappresentanti del popolo e delle istituzioni locali. E non rappresentanti di sé stessi. Al già grave rifiuto all’invito del Presidente dell’Anpi di Ivrea e Basso Canavese a partecipare quali oratori ufficiali, si è aggiunto questo deplorevole gesto e l’abbandono della Cerimonia. Non aver ascoltato gli interventi dell’Anpi, degli altri oratori, del segretario della Camera del Lavoro di Torino, Federico Bellono, oratore ufficiale dell’Anpi di Ivrea dopo il vostro diniego, ha offeso gli interessati, quello che rappresentano, le cittadine e i cittadini presenti e soprattutto ha ferito quel luogo e il ricordo di chi è morto per la nostra libertà. Aver fatto prevalere il vostro “io” al vostro ruolo istituzionale, oltre ad essere incomprensibile, è inaccettabile perché è contrario alla democrazia conquistata dai nostri partigiani. Non c’è ragione possibile, nessuna giustificazione che tenga, per togliersi la fascia tricolore davanti ad un luogo di quella valenza durante una commemorazione, non già davanti ad una adunata fascista. Le motivazioni pretestuali, “non sappiamo chi interviene e cosa dice, la scaletta non è stata condivisa, non sapevamo che sarebbe intervenuto Bellono”, sono appunto pretestuali. La presenza del segretario della Cgil torinese, oltre che annunciato dalla locandina che l’Anpi di Ivrea ha diffuso dopo la prima che vi vedeva fra i relatori, era anche stata annunciata sulla stampa locale. E se foste rimasti alla prima locandina, allora avreste dovuto essere pronti ad intervenire. E ancora, se così fosse, una volta venuti a conoscenza che ci sarebbe stato quell’intervento, avreste dovuto – per rispetto – fermarvi ad ascoltare. Come pure ascoltare il Presidente dell’Anpi, anche lui ha dovuto parlare senza la vostra presenza. Un grave sgarbo da dei rappresentanti delle istituzioni locali. Tirar fuori scalette non condivise, temere i contenuti degli interventi degli altri oratori, sono istanze indifendibili. Federico Bellono, quando il Presidente dell’Anpi di Ivrea l’ha invitato ad intervenire, ha accettato senza dubbi né remore. Un democratico non rifiuta un invito dell’Anpi e non chiede “chi sono gli altri? cosa diranno?” Va, parla, dice la sua, e ascolta. Ed è stato un bel sentire. Gli interventi di quest’anno a Lace sono stati tutti di ottimo livello e assolutamente pertinenti alla ricorrenza, anche nella loro contestualizzazione all’oggi. Quando si fa la scelta di rappresentare il popolo e le istituzioni, candidandosi a Sindaco, il proprio personale, l’appartenenza di partito, devono spostarsi in secondo piano. Siete donne e uomini che rappresentano la Repubblica nei territori, i vostri gesti pesano più di quelli di qualunque cittadino, e quello che avete fatto a Lace pesa moltissimo. Avete creato una frattura, segnato una distanza. E non accidentalmente. Lo dimostra quanto si legge sulla stampa locale in un virgolettato attribuito al Sindaco di Ivrea: “l’anno prossimo organizzeremo un nostro momento, presumibilmente il 24“. Ecco che così si spiega quell’incomprensibile offensivo gesto: fare una cosa a sé, una tranquilla cerimonia rituale, senza che vi sia qualcuno che viene a parlare di nuove resistenze, di pericolo democratico, di limitazione della libertà di dissentire, quella libertà per la quale sono morti anche quei giovani che a Lace ricordiamo. E dire che a Lace c’è spazio per tutti, ma evidentemente c’è chi non ama la pluralità, le voci diverse, perché magari scomode, e quindi se ne va. Ma se lo fanno dei sindaci, questo ci preoccupa, e non lo possiamo accettare. Non lo possiamo accettare proprio nel ricordo della diversità di motivazioni e appartenenze dei nostri Partigiani che non han dubitato uniti a dare la vita per un fine alto e comune. Quanta piccolezza invece nel disertare una Cerimonia che li commemora per fini abissalmente meno nobili.
Firmato: Circolo di Ivrea, Federazione di Biella del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea