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Libertà, dono, amore: così gli alunni hanno reso omaggio al «Giorno della Memoria»

Letture, domande e riflessioni per non dimenticare

Libertà, dono, amore: così  gli alunni hanno reso omaggio al «Giorno della Memoria»
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Libertà, dono, amore: così gli alunni di Mathi hanno reso omaggio al «Giorno della Memoria».Molto apprezzata la «lezione di storia» inerente ai campi di concentramento e di sterminio tenuta da Elena Cigna, consigliera dell’Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi Nazisti. E poi il saluto finale (e commosso) del sindaco Vittorio Rocchietti.

Gli alunni hanno reso omaggio al «Giorno della Memoria»

Un grande applauso, gli alunni delle scuole Primarie e Secondarie se lo meritano davvero. Per come hanno reso omaggio alla Giornata della Memoria con le loro letture e domande. Per come hanno seguito silenziosamente e con interesse le parole del consigliere dell’associazione Nazionale ex Deportati nei Campi Nazisti, Elena Cigna invitata a presenziare alla mattinata di venerdì 26 gennaio dedicata al Giorno della Memoria. Il padiglione di piazza Don Novero ha ospitato i numerosi allievi insieme ai loro docenti e anche a qualche genitore e nonno che non ha voluto perdere l’esibizione di figli e nipoti. A dare il benvenuto è stato l’assessore all’Istruzione Fulvio Valentinotti presente insieme al vice sindaco Katia De Cilladi e al primo cittadino Vittorio Rocchietti.

L'intervento del sindaco

«La Giornata della Memoria, lo dice il nome stesso, è un momento in cui ci soffermiamo per ricordare insieme quello che è successo il 27 gennaio del 1945 – ha esordito Valentinotti – Ve lo immaginate come sarebbe essere imprigionati senza avere alcuna colpa ma semplicemente di essere giudicati diversi? Ringrazio Elena Cigna dell’associazione ANED di Torino che ci farà una breve lezione su cosa sia la deportazione. Anche a Mathi, come nel resto d’Italia, tante persone decisero di fare qualcosa per opporsi alla dittatura fascista, per reclamare la libertà e la fine delle discriminazioni, sono i nomi delle persone che non hanno accettato di scendere a patti col regime, in paese i loro nomi sono incisi sui monumenti, nelle vie e nelle piazze a loro intitolate. Ci sono anche dei mathiesi tra i deportati. Furono Pietro Trenzani, Giuseppe Rocchietti March e Nicola Zucca. La Giornata della Memoria offre tante occasioni alle ragazze e ai ragazzi della vostra età per capire di più su quell’epoca buia della nostra storia. Questa giornata – ha concluso – serve a non dimenticare le sofferenze di allora, per saper scegliere di evitare nuove sofferenze oggi, ad altri popoli e ad altre persone. Fino a quando non impareremo a non trattare male gli altri perché pensiamo siano diversi, questi episodi si ripeteranno all’infinito. Rispettate gli altri, sempre e comunque. Solo così saprete costruire un mondo migliore».

Bambini sul palco

I primi a salire sul palco sono stati gli alunni delle classi 5ª Elementare che hanno riportato delle testimonianze di chi quei tragici momenti li ha vissuti e vi è scampato portandosi però dietro il fardello di quell’immenso dolore. Così come è per Liliana Segre a cui fu negato il diritto di andare a scuola solo perché era ebrea.

Elena Cigna

La parola è poi passata ad Elena Cigna il cui intervento è stata una vera e propria lezione di storia. L’associazione di cui Elena è vice presidente è stata fondata nel 1945 da superstiti con l’obiettivo di tramandare la memoria su cosa è stata la deportazione. Oggi, di quei fondatori, non c’è praticamente più nessuno, ma l’associazione va avanti grazie ai loro famigliari e a volontari. Si è parlato dei campi di concentramento. «Il primo che fu aperto è stato quello di Dachau vicino a Monaco di Baviera per rinchiudere le persone in custodia protettiva, ovvero coloro che erano andati contro il regime dello Stato – ha esordito Elena Cigna – Era il 1933. I primi detenuti erano tedeschi, poi nacquero i campi di sterminio in Polonia dove le persone erano portate le persone destinate a morire, a differenza di quelli di concentramento dove uomini e donne venivano fatti lavorare». La relatrice ha poi parlato delle Einsatzgruppen specificando che «hanno ucciso più ebrei di quanto non abbia fatto Auschwitz». In Italia, la deportazione iniziò l’8 settembre del 1943. I deportati italiani furono circa 33.352. Da Torino partirono tre convogli: i numeri 18, 25 e 57. Era il 1944. «Nel primo furono ammassati 50 prigionieri, nel secondo furono 42, e nel terzo 14 donne di cui furono 13 quelle che riuscirono a tornare – ha proseguito Cigna – Tra i partigiani catturati in Val di Lanzo ci furono i mathiesi Giuseppe Rocchietti March e Pietro Trenzani, mentre furono Franco Cetrelli e Marcello Mantini i più giovani deportati a Mauthausen: avevano 14 anni. Marcello riuscì a sopravvivere al lager e visse per anni a Castellamonte». Elena ha poi risposto alle domande degli alunni prima di lasciare lo spazio alle altre due esibizioni degli allievi che hanno ricordato quei tragici momenti valorizzando la parola Libertà e il suo significato. Al termine, per i saluti di chiusura della manifestazione, è stato il sindaco Vittorio Rocchietti a prendere la parola. Lacrime di commozione dopo una mattinata “difficile” come l’ha lui stesso definita. L’invito ai ragazzi e ragazze a non dimenticare mai, a riflettere su questi eventi storici. Anche se di tempo ne è passato parecchio, quanto successo deve rimanere ben scolpito nel cuore e memoria di tutti.

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