cambiamento climatico

Per il ghiacciaio Ciardoney è l’annata peggiore: impressionante il suo ritiro

Il punto di Mercalli, presidente della Società Metereologica Italiana

Per il ghiacciaio Ciardoney è l’annata peggiore: impressionante il suo ritiro
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Per il ghiacciaio Ciardoney è l’annata peggiore: impressionante il suo ritiro.

Per il ghiacciaio Ciardoney è l’annata peggiore

«E' impressionante il ritiro dei ghiacciai dopo l'estate più calda degli ultimi due secoli: quattro metri di spessore e 30 metri di arretramento frontale sul Ghiacciaio Ciardoney, nel Gran Paradiso: il peggior dato di sempre!». Così il metereologo Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana, ha commentato le ultime rilevazioni effettuate su quello che è ormai da anni il ghiacciaio "sorvegliato speciale" per monitorare gli effetti del cambiamento climatico sulle montagne del Parco del Gran Paradiso.

I rilievi

Martedì 20 settembre, al termine di un'estate eccezionalmente calda, l'équipe della Società e dell'Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso, in collaborazione con Iren Energia e nel quadro delle campagne di misura del Comitato Glaciologico Italiano, ha condotto i consueti rilievi di bilancio di massa e variazione frontale al Ghiacciaio Ciardoney. Gli esiti delle rilevazioni hanno confermato una situazione divenuta via via più evidente nel corso dell'estate, a seguito dell'inedita combinazione tra l'estrema scarsità di neve invernale e la calura straordinaria e precoce, evidenziando che il ghiacciaio ha vissuto la sua annata peggiore mai documentata in termini sia di perdite di massa e volume, sia di ritiro frontale. La scarsa copertura nevosa, che al sopralluogo del 1° giugno 2022, ammontava ad appena 25 - 165 cm si è rapidamente esaurita entro il mese, tanto che, in prossimità del settore mediano, il ghiacciaio ha cominciato a scoprirsi lasciando affiorare il ghiaccio "vecchio" sottostante già alla metà di giugno, e all'inizio di luglio l'apparato glaciale era completamente privo di innevamento.

"Situazione sbalorditiva"

«Una situazione sbalorditiva e mai osservata prima - commentano i tecnici - tenendo presente che in passato, anche nelle annate più sfavorevoli, il completo esaurimento della neve invernale sul ghiacciaio si verificava solo a partire da inizio agosto». Già a luglio, durante una missione intermedia si erano riscontrate perdite di spessore comprese tra 102 cm e 218 cm rispetto al 13 settembre 2021. Il caldo straordinario e ininterrotto e la totale assenza di nevicate estive in grado di rallentare temporaneamente la fusione hanno poi proseguito la loro opera devastatrice per altri due mesi, facendo toccare i minimi storici. Un dato sempre più allarmante.

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