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Quella volta che il rivarolese Scardino palleggiò a fianco di Pelè

Il tecnico, già alla Rivarolese per molti anni, nel 1963 da bambino giocò al Comunale con il fuoriclasse brasiliano, scomparso da poco

Quella volta che il rivarolese Scardino palleggiò a fianco di Pelè
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Quella volta che il rivarolese Scardino palleggiò a fianco di Pelè. Il tecnico, già alla Rivarolese per molti anni, nel 1963 da bambino giocò al Comunale con il fuoriclasse brasiliano, scomparso da poco.

Quella volta che il rivarolese Scardino palleggiò a fianco di Pelè

«Ora che purtroppo Pelè è scomparso c’è tanta attenzione e tanto clamore, io mi custodisco stretto quel ricordo di un mondo che sembra lontano con una persona umile ben diversa dai giocatori di adesso nonostante fosse già un campione che aveva vinto 2 Mondiali». Sembra incredibile da dire, ma tra gli italiani che hanno avuto l’onore di giocare insieme al grande campione brasiliano Edson Arantes do Nascimento, conosciuto da tutti come Pelè , scomparso lo scorso giovedì 29 dicembre, c’è Vito Scardino, allenatore per molti anni alla Rivarolese tra Promozione ed Eccellenza in epoca recente. Aveva appena 6 anni all’epoca, si era nel 1963 e si era trasferito da poco al Nord con la famiglia, e faceva parte della Scuola Calcio della Juventus (all’epoca Nucleo di Addestramento Giovani calciatori). Il ricordo è indelebile, con alcuni minuti passati a palleggiare al vecchio stadio Comunale con l’asso verdeoro che si trovava in Italia per un’amichevole del suo Santos con la Juventus.

Il racconto

«All’epoca mio padre mi portava spesso al Comunale e mi capitava spesso di mettermi a pelleggiare a bordo campo per diversi minuti - racconta Scardino - nelle giovanili della Juventus d’altronde i campi di allenamento erano da l l’altra parte della strada e giocavamo al Combi o al Marchi. Proprio in occasione di quella seduta allo stadio del Santos prima di un’amichevole fui presente, mi vide palleggiare, si avvicinò, mi disse qualcosa in brasiliano che non so ricordare, ma mi mise a mio agio e andai avanti 3-4 minuti con il pallone. Era stata una cosa un po’ a metà, nata sul momento con lui, ma anche combinata dalle persone della società dell’epoca. A me d’altronde già alcune volte era capitato di palleggiare al Comunale nei tempi morti delle partite della domenica, anche davanti a migliaia di spettatori. Col senno di poi mi viene da dire che mi sarebbe piaciuto avere una maglietta di Pelè, ma mi tengo quello che è assolutamente un bel ricordo». La carriera di S cardino è poi proseguita per alcuni anni come giocatore nelle giovanili della Juventus, prima di esordire tra i professionisti in Serie C e svolgere poi il ruolo di allenatore tra i dilettanti in moltissime squadre della zona. È stato al Brandizzo nella squadra del suo attuale paese, al La Chivasso oltre che alla Crescentinese, mentre l’ultimo periodo positivo risale proprio ai tempi della Rivarolese prima dello stop dei campionati a causa della pandemia. Ovvio che la scomparsa del fuoriclasse brasiliano abbia fatto riaffiorare tanti ricordi nella sua mente: «Uscirono tanti articoli all’epoca, c’erano molti giornalisti ed anche fotografi con i flash quel giorno al Comunale, e pure il periodico l’Intrepido fece una sorta di caricatura con io che avevo la maglia del Torino indosso - sorride Scardino - ma voglio sottolineare l’umiltà del personaggio Pelè , nato e cresciuto povero ed effettivamente uomo di calcio che era un professionista che si è fatto strada grazie alle sue grandi qualità, ben diverso dai canoni di oggi che vedono i calciatori guadagnare decisamente troppi soldi e assumere comportamenti discutibili. Si discute sempre, di nuovo particolarmente in questi giorni se sia stato più forte lui di Mara dona, oppure attualmente di Messi. Ma secondo me tutto ciò non ha senso e mi viene quasi da ridere: ha vinto 3 Mondiali e ha fatto più di 1000 gol, ogni paragone con altri giocatori è infondato»

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