Teleriscaldamento, nuovi allacciamenti per aziende green e aria «pulita» a Rivarolo
Con l’ingresso nella rete locale del «calore» la Conceria Vallorco ha ridotto quasi a zero le sue emissioni
Teleriscaldamento, nuovi allacciamenti per aziende green e aria «pulita» a Rivarolo. Con l’ingresso nella rete locale del «calore» la Conceria Vallorco ha ridotto quasi a zero le sue emissioni.
Teleriscaldamento, nuovi allacciamenti a Rivarolo
È una storia che ha radici profonde e che si lega anche al tormentato travaglio di Asa, che ancora oggi si trascina, la realizzazione della rete del Teleriscaldamento che scorre nelle viscere della città. E il sindaco Martino Zucco Chinà ha passato l’estate, con l’ausilio degli uffici comunali, a dipanare la matassa e (ri)scrivere la storia che ha portato allo fotografia dell’oggi, da lasciare a memoria futura impressa in un atto ufficiale, come una delibera di Giunta. E l’occasione è la richiesta presentata a luglio scorso da un’azienda di Rivarolo, La Conciaria Vallorco s.a.s. di Morletto Francesco & C. di via Antonio Merlo, di autorizzazione all'allaccio alla rete cittadina di teleriscaldamento. Proposta che l’amministrazione ovviamente ha colto, non fosse altro per il fatto che in questo modo l'Industria Conciaria Vallorco spegnerà l’impianto ad olio combustile finalizzato sia alla produzione del calore che all'alimentazione del ciclo produttivo usato fino ad oggi. E con l'intervento di collegamento alla e rete-calore della città, sarà sostituito con una sottocentrale di teleriscaldamento della potenzialità di 500Kw. Operazione, che come da documentazione depositata agli uffici comunali il 20 settembre - la realizzazione del nuovo impianto alimentato dalla rete di teleriscaldamento - permetterebbe alla Vallorco s.a.s. di diminuire le immissioni in atmosfera di CO2 di una percentuale prossima al 98% passando dalle attuali stimate in 92,4 t CO2/anno alle previste 1,7 t CO2/anno. Il che, rappresenta una buona notizia per l’aria Rivarolese.
Ed è stato lungo ed articolato il lavoro di ricostruzione dell’attuale puzzle delle rete città. Di fatto è composta da due lotti. Quello “A” che si propaga da una centrale per la produzione del calore, alimentata a biomassa, ubicata in via Montenero presso l'ex stabilimento Vallesusa, collegata direttamente alla centrale, a servizio della parte centro nord del capoluogo. La centrale e la rete che costituiscono il "Lotto A" sono di proprietà della società Engie Servizi S.p.A. di Roma, che provvede direttamente alla gestione. E poi il «Lotto B» la cui estensione riguarda le vie del centro storico fino a via Merlo per raggiungere il parcheggio dei campi sportivi senza tralasciare l’area delle scuole di via Le Maire presso la scuola primaria Gibellini Vallauri e scuola media Guido Gozzano; Lotto, questo, di proprietà del Comune di Rivarolo Canavese e gestito dalla società Eurotecenergia s.r.l con sede in strada del Ghiaro Inferiore a Castellamonte. Rete di distribuzione calore che non ha una centrale di produzione autonoma, ma dipende per l'approvvigionamento dal "Lotto A" al quale è direttamente collegata.
E si è arrivati a questa “fotografia” dopo anni di cessioni e traversie giudiziarie. Storia che parte nel 2004, vent’anni fa, con una delibera di Consiglio Comunale che approva la convenzioni con il Consorzio A.S.A per fornitura calore dei fabbricati comunali e per la realizzazione dei lavori per un impianto di teleriscaldamento”. La convenzione approvata aveva come oggetto, appunto, la fornitura calore dei fabbricati comunali e la realizzazione dei lavori per impianto di teleriscaldamento. E il via libera arriva poi nel settembre successivo (2004) con il permesso per la realizzazione di centri di consumo biomasse forestali per la produzione di energia e veniva preso atto del progetto preliminare del 2006 di “Lavori di realizzazione di centri di consumo di biomasse forestali per la produzione di energia” nonché del relativo piano forestale predisposto dal consorzio A.S.A. per l’approvvigionamento di combustibile di provenienza locale in misura del 40% del fabbisogno complessivo. Al centrale che oggi è in funzione nell’area ex Vallesusa.