una situazione difficile

Tutti i monumenti al buio per protesta. Cuorgné: bolletta da 10.000 € per il gas

L’associazione dei Comuni stima che per le Amministrazioni comunali vi sarà un aggravio di almeno 550 milioni di euro.

Tutti i monumenti al buio per protesta. Cuorgné: bolletta da 10.000 € per il gas
Pubblicato:

Un giovedì sera quello del 10 febbraio 2022 a luci spente per i monumenti di Valperga: il Sindaco Walter Sandretto e la Giunta comunale hanno deciso di aderire alla protesta simbolica lanciata dall’Anci, Associazione Nazionale Comuni d’Italia, contro l’aumento dei costi dell’energia. Chiesa, Castello e Belmonte non sono, quindi, stati illuminati lo scorso 10 febbraio, lasciando, nel panorama cittadino, un "buco nero".

Tutti i monumenti al buio per protesta a Cuorgné

«Le risposte dal Governo alle nostre richieste - sono state le parole del presidente dell'Anci Antonio Decaro, lanciando l'iniziativa - non sono sufficienti. Evidentemente non si percepisce il rischio che questa crisi si ripercuota negativamente sui bilanci degli enti locali e di conseguenza, soprattutto, sulla possibilità di erogare con continuità i servizi pubblici ai cittadini». L’Anci chiede un sostegno adeguato a coprire almeno tutti gli aumenti previsti in questi mesi. L’associazione dei Comuni stima che per le Amministrazioni comunali vi sarà un aggravio di almeno 550 milioni di euro, su una spesa complessiva annua per l'energia elettrica che oscilla tra 1,6 e 1,8 miliardi di euro. Per questo Valperga ha deciso di "spegnere" i propri monumenti.

La situazione di Cuorgnè

Anche a Cuorgnè il rincaro delle bollette è un problema che rischia di incidere sulla gestione delle attività del Comune. «Il dato del riscaldamento del Palazzo comunale è preoccupante - afferma il sindaco Giovanna Cresto - A dicembre 2020 avevamo speso 4.300 euro, a dicembre 2021, invece, 10mila! E senza eventi particolari che giustifichino l’aumento. Questi costi incidono sulla spesa corrente e senza aiuti faremo fatica ad arrivare a giugno…».
Un rincaro che colpisce non solo le amministrazioni e i semplici cittadini, ma che si fa sentire anche sui conti delle aziende. «La nostra impresa è indicata come "energivora", ovvero che impiega enormi quantità di energia - dichiara Ugo Peila della Molino Peila, due insediamenti a Valperga - Abbiamo anche cercato di ridurre la nostra dipendenza realizzando una piccola centrale idroelettrica in frazione Gallenca per produrre parte dell’elettricità che ci necessita. Nonostante questo, la nostra bolletta elettrica media annuale è di 70/75mila euro. Adesso è raddoppiata: siamo sui 150mila euro. E lo stesso discorso vale per i consumi del gas».

I sindacati

Anche il mondo sindacale è preoccupato per questi aumenti: secondo un’analisi della Fim-Cisl Torino e Canavese rischiano di portare a una crisi occupazionale. Per dare un’idea della situazione, la Fim ha preso in esame due realtà aziendali, una a conduzione familiare e una multinazionale. La prima ha registrato un aumento dei costi di energia di quasi il 300% tra luglio 2021 e febbraio 2022. La multinazionale ha evidenziato che in un solo mese di quest’anno ha avuto esborsi di luce e gas pari a tutto il 2020. «Se i costi aumentano, le persone perdono potere di acquisto e l’azione sindacale perde efficacia nell’ottenere aumenti salariali adeguati, le aziende si ritirano perché vanno fuori mercato e gli investimenti vengono rimandati o si fanno in altre nazioni con meno problemi energetici», è la conclusione del sindacato.

Seguici sui nostri canali