Era progettista in Mclaren

A soli 33 anni addio al lanzese Gianfranco Tiani

Si era trasferito in Gran Bretagna da febbraio per inseguire il suo sogno lavorativo.

A soli 33 anni addio al lanzese Gianfranco Tiani
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Un malore improvviso lo ha strappato all'affetto della sua famiglia. A soli 33 anni addio al lanzese Gianfranco Tiani.

A soli 33 anni addio al lanzese Gianfranco Tiani

«La vita si misura in risultati, non in anni». E’ con questa frase di Bruce McLaren, il fondatore della casa inglese di Formula 1 che porta il suo cognome, che Enzo Tiani vuole ricordare il figlio Gianfranco, mancato prematuramente all’affetto dei suoi cari a causa di una malattia rara del sangue. La ITP, (acronimo che sta per Porpora trombocitopenica autoimmune), una malattia della coagulazione: in parole semplici, la milza crea degli anticorpi che distruggono le piastrine, con il risultato di frequenti emorragie. Una malattia per la quale esistono cure e con la quale si può anche convivere per tutta la vita. Gianfranco Tiani aveva soltanto 33 anni.

Era in Inghilterra, dove faceva il progettista in McLaren

Nella notte tra il 9 e il 10 novembre un’emorragia cerebrale gli è stata fatale. Si trovava in Inghilterra, a Woking, cittadina del Surrey, circa 60 mila abitanti, a una cinquantina di chilometri da Londra, dove a febbraio si era trasferito per lavoro. Era stato assunto proprio dalla McLaren, come progettista. «Non ci aveva pensato due volte – racconta con un filo di voce il padre Enzo, orgoglioso dei risultati ottenuti dal figlio, con impegno costante e tanta volontà – Finalmente, aveva trovato il lavoro dei suoi sogni». Lavoro che Gianfranco aveva temuto di perdere qualche mese fa perché, a causa della crisi legata al Covid, la McLaren ha dovuto licenziare 1200 dipendenti su 4000. «Lui era uno degli ultimi assunti, temeva di essere lasciato a casa – continua il genitore – Invece no. Nonostante sapessero della sua malattia, che lo costringeva spesso ad assentarsi dal lavoro per le visite in ospedale».

Ragazzo e professionista eccellente

Gianfranco Tiani era stato assunto per le sue capacità tecniche, perché conosceva bene le lingue, ma soprattutto per il suo modo di essere. «Sempre molto pacato, riusciva a gestire le situazioni e le persone con grande armonia e alla fine riusciva a mettere tutti d’accordo – ricorda il padre – E i tanti amici, colleghi che ho incontrato in questi giorni trascorsi nel Regno Unito, mi hanno detto tutti la stessa cosa: era una persona di valore, lavorava duramente e con impegno ed era sempre pronto ad offrire il suo aiuto a chiunque ne avesse bisogno. Era un amico, più che un collega».

Condivideva la casa con alcuni amici

Quando Gianfranco non si è presentato al lavoro, è subito scattato l’allarme. Polizia e soccorritori lo hanno trovato nel suo letto: ormai non c’era più nulla da fare. «Nella casa che condivideva con alcuni amici, nessuno si è accorto di nulla – continua il padre – dividevano alcuni spazi comuni, ma poi ciascuno aveva la propria stanza, il proprio bagno. Gianfranco spesso si assentava per le visite, non hanno fatto caso alla sua assenza». Alla notizia il padre è subito partito per l’Inghilterra, ma gli è stato concesso di vedere il figlio soltanto martedì 2 dicembre: «Per gli inquirenti poteva essere una morte sospetta, ci sono state delle indagini e il tutto è stato complicato dalla situazione “Covid”. Tutto questo tempo trascorso a Woking, mi ha permesso di conoscere gli amici e i colleghi di Gianfranco. Il suo capo, Luciano Deoto, un dirigente della McLaren che devo ringraziare di cuore, perché si è occupato di noi come un padre di famiglia. Ho trovato un grande calore e una grandissima umanità. Questo mi ha confortato molto».

Il rientro in Italia è avvenuto la settimana scorsa

Gianfranco e papà Enzo sono rientrati in Italia giovedì 3 dicembre. Venerdì 4 è stata allestita una camera ardente nella chiesa parrocchiale di San Pietro in Vincoli e nella mattinata di sabato 5 si sono svolti i funerali. In tanti si sono uniti al dolore del papà Enzo, della mamma Oriana, della sorella Andrea e della nonna, Maria. I colleghi della McLaren, invece, hanno aperto una sottoscrizione per la donazione di fondi alla ricerca per le malattie rare del sangue.

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