Addio a Roberto Sacchi bassista dei The Rogers
Le sue condizioni di salute sono state aggravate dal Covid.
Addio a Roberto Sacchi bassista dei The Rogers.
Addio a Roberto Sacchi
E' stato un commosso addio a Roberto Sacchi bassista dei The Rogers quello tributato in città a Ivrea e in tutto il Canavese. Il 5 aprile avrebbe compiuto 68 anni. Le sue condizioni di salute sono state aggravate dal Covid. Qualche anno fa, Sacchi aveva riunito il gruppo fondato nel 1965 a Romano e divenuto famoso in tutta Italia tra gli anni '60 e '80, incidendo sedici 45 giri e due Lp.
I The Rogers
Il gruppo, che negli anni, ha cambiato genere, denominazione e formazione, era inizialmente composto da Gerardo Monteforte (voce solista e chitarra), Giorgio Bussacchetti (chitarra), Pierino (al basso), Piergiorgio Vogliano (Sax e Voce), Nicolino Calisi (batteria), Bruno Bosio (organo). I Rogers erano stati scoperti dal musicista Mario Piovano, ottenendo un contratto con l'etichetta Kansas. Vantavano collaborazioni con artisti quali Adriano Celentano e Rufus Thomas, una tournée con Don Backy. Il loro singolo di maggior successo fu «Guarda», nel 1968, scritto e firmato da Domenico Serengay, Turi Golino e Francesco Florio, che aveva venduto oltre 700,000 copie.
Il ritorno
Dopo 40 anni da questo successo che consacrò la band canavesana, fu proprio Roberto Sacchi a rimettere il gruppo, con altri 4 musicisti canavesani (Renato Pitzali – voce e tastiere; Roberto Andreis – chitarra ritmica; Pierre Grosjacques – batteria e Paolo Pasinato – chitarra solista), ripartendo con il cd «Quarant'anni dopo... Punto e a capo», che raccoglieva i maggiori successi, più 2 inediti. L'ultima formazione dei «The Rogers», oltre a Roberto come bassista e voce solista, vedeva tra i componenti: Alberto Maggi (alla batteria, già con i Rogers nel 1970), Adry Totaro (alle tastiere) e Francesco Paonessa (chitarra e voce).
La storia
La passione di Roberto per la storica band era nata fin da bambino, quando calcava le scene musicali accompagnando suo padre, Antonio, loro storico produttore e manager. Così, con estrema dedizione, aveva tirato fuori dagli archivi del padre il materiale per ricostruire carriera, successi, tournée e ridare continuità alla mitica band che, in passato, era diventata famosa in tutta Italia. L'amore per la musica, inoltre, l'ha portato ad appassionarsi allo studio del basso, che ha suonato in diversi gruppi sin dall’adolescenza, riscuotendo un discreto successo già con i «The young monkes», continuando ad acquisire esperienza fino ai primi anni '80.