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«Addio Nannie, eri la regina della danza»

BBrillante e grintosa come una leonessa, ha combattuto e creduto di vincere sino alla fine.

«Addio  Nannie, eri la regina della danza»
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«Brillante e grintosa come una leonessa, Nannie ha combattuto e creduto di vincere, come noi, sino alla fine. Ha vissuto appieno l'Amore per la vita e la danza, come ha saputo chi l'ha conosciuta» affermano Silvestro e Graziella, i genitori di Elena Visentini.

Addio «Nannie», eri la regina della danza

La donna, molto conosciuta nel mondo della danza, è venuta a mancare nella mattinata di giovedì 3 marzo, all'età di 45 anni, accudita dai genitori e dalla figlia Martina. Mentre mostrano le innumerevoli fotografie dei saggi e delle coreografie al teatro Agnelli di Torino, continuano i genitori: «Elena era considerata una star. Quando tornava da lavorare prendeva il borsone e andava a danza. Era la sua grande passione che ha cercato di coltivare fino all'ultimo».

Un amore unico per la danza

Elena nasce a Torino il 18 agosto 1976, sotto il segno del Leone, ma trascorre la maggior parte della sua vita a Cirié. S'iscrive a danza classica all'età di 7 anni, sotto la guida della maestra Claudia Zorini. Con l'andare del tempo, però, approfondisce la conoscenza con Adriana Martinetto, imparando anche i passi di danza moderna. Si diploma all'istituto “Tommaso D'Oria” di Cirié, come operatore linguistico. Quindi inizia a lavorare come impiegata, in diversi studi da commercialista. Per anni opera a Caselle per, poi, spostarsi a Cirié. Nel frattempo mette al mondo la figlia Martina che, ora, ha 23 anni. Nonostante i vari impegni, continua la sua attività alla scuola di ballo “M. A. Ballet Company”, diventando istruttrice.

I ricordi

Così la ricorda l'amica Adriana Martinetto: «Io e Nannie (vezzeggiativo di Elena), noi e la danza. Il sipario si apre, l'emozione assale, ma quando la musica e le luci avvolgono il palcoscenico è lì, felice, appagata e trasformata. Danza per la sua voglia di vivere, di esprimersi... E' contagioso il suo amore per l'arte. Ci siamo nutrite di passi, coreografie e musiche per anni con la stessa finalità. Il mio braccio destro, la mia mente e, concedetemelo, la mia vita. Insieme abbiamo creato una seconda famiglia che, da normale, è diventata speciale. Con amore infinito, Adriana». L'amica Patrizia, invece, ricorda come: «Hai rubato il cuore a tante persone con audacia, forza e il tuo tacco 12, anche per andare a fare la spesa. Sei stata una leader, sempre nel profondo, fino in fondo... Sei con me amica mia, è solo una trasformazione la tua. E sento ancora echeggiare la tua risata stupenda. Come te!». Questo è il pensiero di Giulia: «Non penso d’averla mai chiamata Elena. Elena era la parte organizzata, quella che stendeva ogni maglietta con le mollette dello stesso colore, se no, apriti cielo. La mia amica era Nannie. Nannie ha morso la vita in ogni sua forma, staccandone pezzi e divorandoli per nutrire una fame insaziabile. Tutta l’energia che ne usciva era luminosa, accecante e contagiosa. Non perdeva occasione per vestirsi di musica ed entrare in modo che solo chi balla può immaginare d'abitare. Si muoveva con uno stile inconfondibile, fluido, attento, tenace, magnetico e che riempiva la sala anche da sola». Così ne parla Roberta: «Elena ha onorato e celebrato la vita, la gioia di vivere. La sua risata travolgente esploderà per sempre nel mio cuore». Afferma, in conclusione, Anna: «Mi aggrappo a questa vita meravigliosa con tutte le forze che ho” mi dicevi. Così hai fatto, gioia mia. Ti voglio e ti vorrò sempre un bene immenso! “Ciao cuore”, così mi salutavi».

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