La situazione si fa seria

Adesso è caccia al vaccino contro l'influenza

Rispetto all'anno scorso le richieste sono aumentate e le dosi non ci sarebbero per tutti i richiedenti.

Adesso è caccia al vaccino contro l'influenza
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Troppe poche le dosi rispetto alla richiesta. Adesso è caccia al vaccino contro l'influenza.

Adesso è caccia al vaccino contro l'influenza

Dopo la "caccia alla mascherina", che era iniziata durante il lockdown perché introvabile sul mercato, ora è partita quella al vaccino contro l’influenza. Il motivo? E’ sempre lo stesso: del «siero» per evitare la febbre, non quella partita da Wuhan, ma la classica (e più «innocua») da raffreddamento, non c’è per tutti.

L'anno scorso si vacinava chi era in fascia protetta

Il problema di fondo nasce dal fatto che i vaccini, come ormai tutti sappiamo, non si producono all’istante, ma occorrono mesi. Non solo. Le quantità di dosi da immettere sul mercato è stabilita confrontando il consumo dell’anno precedente, per avere un ordine di grandezza reale per evitare sprechi anche e, soprattutto, economici da parte delle aziende farmaceutiche. L’anno scorso di questi tempi il vaccino contro il ceppo dell’influenza, dai più, era snobbato. Lo faceva solo chi in fascia protetta, mentre oggi, invece, alla luce della pandemia non è più così.

Le richieste sono decisamente aumentate

Anche i soggetti sani si sono «messi in fila», ovvero hanno prenotato il vaccino dal proprio medico curante o in farmacia, per ridurre al minimo l’ipotesi di aver contratto il Covid-19: basta un banale starnuto, qualche linea di febbre o un mal di gola per essere un potenziale trasmettitore del virus (quello «cattivo») e, quindi, finire in quarantena fiduciaria e aspettare l’esito del tampone per sgomberare il campo da ogni dubbio. Quindi, con il vaccino anti influenzale, si riduce il rischio di prendere l’influenza e, vivere, con il dubbio che, invece, possa essere qualcosa di ben più grave.

Il parere del medico...

Cosa sta succedendo, di fatto, adesso? A spiegarlo è Alberto Rostagno sindaco di Rivarolo, nonché medico di base. «Ad oggi - ci spiega - le prenotazioni che ho preso in vista della campagna di vaccinazione che inizierà a fine ottobre sono il doppio di quelle dell’anno scorso». Il doppio. Due volte tanto. «A quanto si legge nelle disposizioni dell’Asl, l’azienda sanitaria garantirà il numero di dosi che ogni medico ha ricevuto l’anno precedente, dunque, data la precedenza ai soggetti “deboli”, come si farà poi a soddisfare le altre richieste? Mi auguro che la prima fornitura sia pari a quella del 2018 e che poi, però, ne segua una seconda. Il perché del raddoppio della richiesta? Facile rispondere è l’effetto Covid-19: evitare di prendersi l’influenza per non avere il dubbio, in acso di febbre, che sia Coronavirus. Io, in tutta coscienza, ai mie pazienti che mi chiedono se fare o meno il vaccino, rispondo sempre sì, anche alle persone sane e sotto la soglie dei 60 anni».

...e quello della farmacista

Per ovviare il problema dell’approvvigionamento, ci sarebbe quello di comprarsi il vaccino e farselo poi inoculare. Già, ma dove? Una dose costa tra i 18 e 20 euro, ma non è tanto il prezzo, il tema vero è trovarla in farmacia. Una vera caccia al tesoro. Ecco cosa ci ha dichiarato Francesco Garelli, dell’omonima farmacia in via Ivrea a Rivarolo, che per la sua attività si sta occupando proprio in questo momento di vaccini. «Partendo dal fatto che le stime di acquisto, e va da sé di produzione, vengono fatte rispetto al consumo dell’anno precedente, non si è valutato che quest’anno ne servivano di più, perché dodici mesi fa l’emergenza Covid-19 ancora non c’era. E neanche le paure legate alla pandemia; e questo è un problema internazionale, non solo italiano. Quindi costa sta succedendo: prima si vaccinavano in pochi, adesso tutto. Ma le Regioni, per fra fronte ai fabbisogni delle Asl, hanno già fatto razzia per soddisfare le richieste di prelazione per le categorie a rischio e poi tutti gli altri». E a proposito degli «altri», le farmacie saranno in grado di soddisfare la richiesta? «Bisogna capire cosa ci arriverà e io credo poche dosi, molto poche. Comunque, ad oggi, lo si può acquistare ma bisogna comunque andare dal medico a farselo iniettare».

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