Aspettando la parata dei 100 anni degli Alpini
Aspettando la parata dei 100 degli Alpini, o meglio, della fondazione della sezione Ana Canavese e di Ivrea
Aspettando la parata dei 100
Ivrea sta festeggiando i cento anni (più uno, essendo stata fondata nel 1921, ma l’anno scorso le norme anti Covid non hanno consentito lo svolgimento della kermesse) dalla fondazione della sezione Ana Canavesana e di Ivrea.
«La città ospiterà il 24esimo Raduno del primo Raggruppamento - come commenta il presidente di sezione, Giuseppe Franzoso, sul numero speciale de «Lo Scarpone» - Con spirito Alpino porgo un caloroso benvenuto a tutti i partecipanti - aggiunge ringraziando quanti arriveranno dall’Italia e dall’Estero - con la convinzione che rimanga nella nostra comunità non solo il ricordo di una grande festa di popolo, ma anche la percezione dei valori che animano la nostra amata associazione».
Il sindaco
Aspetti sottolineati anche dal sindaco di Ivrea, Stefano Sertoli: «La città avrà l’onore di ospitare il Raduno, nonché di festeggiare il Centenario della sezione di Ivrea - le sue parole - L’Amministrazione comunale e l’intera comunità attendono con piacere ed emozione l’arrivo delle Penne nere». E prosegue: «Gli Alpini sono un punto di riferimento prezioso, una presenza sempre pronta, discreta, rispettosa e generosa in tutte le occasioni più significative per la comunità: quelle della festa e quelle delle difficoltà, quando danno aiuto materiale, conforto e sostegno». Sertoli ricorda poi come la «penna nera» sul cappello sia il simbolo del sacrificio del corpo degli Alpini durante le guerre e le missioni di pace. «Non si contano più gli interventi svolti negli anni con determinazione e competenza, non ultimo quello durante l’emergenza sanitaria».
Il vescovo
E conclude: «Per me è un onore e un privilegio poter accogliere e vivere questo evento».
Il vescovo di Ivrea, monsignor Edoardo Cerrato, anche lui Alpino per lunga tradizione di famiglia, li incoraggia con queste parole: «Andate avanti ancorati alle radici e alla memoria, solerti nell’aiutarvi, fedeli alla parola data, per continuare a portare frutto nelle situazioni attuali». E ancora: «Così non verrà meno nella società l’esempio di fraternità e di servizio proprio degli Alpini. Ce n’è tanto bisogno oggi. Forti, ma teneri. Possiate offrire questa presenza, direi paterna, vicino alle persone più deboli. Custodite e accrescete il vostro patrimonio di fraternità e di servizio, perché l’Associazione Alpini rimanga una grande famiglia unita e protesa al bene altrui».




