Badante sposa anziano: a processo per circonvenzione di incapace

I fatti sono avvenuti a Pont Canavese. Il giudice valuterà l'ipotesi del patteggiamento.

Badante sposa anziano: a processo per circonvenzione di incapace
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Badante sposa anziano: a processo per circonvenzione di incapace. I fatti avvenuti a Pont nel 2012. Nella prossima udienza il giudice valuterà il patteggiamento.

Badante sposa anziano

Pensava fosse amore, ma secondo la Procura di Ivrea sarebbe stata una circonvenzione di incapace. Si è celebrata nella giornata di ieri, martedì 5 marzo, presso il Tribunale di Ivrea l’ultima fase dell’istruttoria del processo nei confronti di una badante 52enne rumena residente a Pont Canavese ma originaria di Castagneto Po. Proprio nella cittadina canavesana avrebbe adescato la parte offesa, un canavesano di 83 anni, celibe prima dei fatti in questione e difeso dalla legale Maria Rosa Barolo.

Il matrimonio

La imputata, rappresentata dall’avvocato Enrico Scolari, lavorava nella dimora dell’uomo in qualità di badante, ma il rapporto lavorativo si sarebbe tramutato in relazione sentimentale. Fino al matrimonio che è stato celebrato nel giugno del 2012 dal primo cittadino Paolo Coppo: e proprio il sindaco sarebbe stato il primo a nutrire dubbi sull’unione. Durante la sua testimonianza, ha riferito di aver dovuto spesso ripetere alla parte civile le formule del matrimonio (“anche in piemontese”, specifica) e che l’uomo, con problemi di udito, sembrava titubante. Gli invitati? Solo parenti della donna.

Emarginato

I sospetti si sarebbero rivelati fondati qualche mese dopo, quando proprio il novello sposino si sarebbe rivolto a Paolo Coppo riferendogli le sue condizioni di vita: emarginato dalla famiglia e costretto a dormire su un divano. Inoltre, l’anziano aveva acquistato un alloggio addirittura cointestato (e pagato da lui esclusivamente), ma l’abitazione sarebbe stata presto “occupata” anche dai parenti dell’imputata. La donna, però, non si sarebbe fermata qui: l’uomo ha anche raccontato al sindaco che da tempo non avrebbe più avuto il controllo delle sue finanze: il suo libretto postale, infatti, sarebbe stato prosciugato e la sua pensione versata in un nuovo conto (cointestato anche in questo caso).

Il patteggiamento

Come sempre in questi processi, è stata anche predisposta una perizia psichiatrica dal Tribunale di Ivrea e la relazione finale l’ha giudicato “facilmente suggestionabile”. La vicenda giudiziaria si aprirà proprio in seguito alla denuncia presentate dal sindaco Paolo Coppo. La prossima udienza si terrà nella giornata di mercoledì 29 maggio, e in quell’occasione sarà valutata la richiesta di patteggiamento di 2 anni e 2mila euro di condotta riparatoria.

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