Rivarolo Canavese

Chiesti 14 mesi per i cinque imputati al processo per la morte dell'uomo annegato nel sottopasso a Rivarolo

Sotto accusa per omicidio colposto il sindaco Rostagno, gli assessori Schialvino e Diemoz, il responsabile del Settore Lavori pubblici del comune e il comandante della municipale Sergio Cavallo.

Chiesti 14 mesi per i cinque imputati al processo per la morte dell'uomo annegato nel sottopasso a Rivarolo
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Chiesti 14 mesi per i cinque imputati, fra cui il sindaco Rostagno e gli assessori Schialvino e Diemoz, al processo per la morte dell'uomo annegato nel sottopasso a Rivarolo.

Processo per la morte dell'uomo annegato nel sottopasso a Rivarolo

Ieri, venerdì 16 settembre 2022, è entrato nella fase cruciale il processo per la morte di Guido Zabena, deceduto nella sua auto, nella notte tra il 2 e il 3 luglio 2018, intrappolato nel sottopasso che congiunge Rivarolo a Feletto, allagato durante un violento temporale. Sul banco degli imputati il sindaco di Rivarolo Alberto Rostagno, il vicesindaco con delega all’Urbanistica Francesco Diemoz entrambi assistiti da Luigi Chiappero e Alessandro Radicchi; l’assessore Lara Schialvino con delega ai Lavori pubblici e Manutenzioni, difesa da Guglielmo Guglielmi; Enrico Colombo responsabile del Settore Lavori pubblici in Comune, avvocato Simone Buffo e il comandante Sergio Cavallo il cui legale di fiducia è Sergio Bersano. Avvocati che durante la giornata di ieri hanno presentato le loro arringhe difensive dopo che il Pubblico ministero ha fatto la sua requisitoria con la richiesta al giudice delle condanne dei cinque imputati a 14 mesi di reclusione.

I testimoni

Venerdì scorso, infatti, 9 settembre, si è esaurita l’assunzione delle prove, con gli ultimi testi sentiti in aula, a partire dall’ingegnere Pietro Sebastianelli che agli inizi del 2000, quando iniziarono i lavori di costruzione dell’infrastruttura dove si è consumata la tragedia, era il direttore dei lavori. Professionista che ricorda la realizzazione del «fosso di guardia» (sorta di canale di scolo per far defluire le acque piovane), lungo circa 50 metri, che nelle udienze precedenti è stato oggetto di dibattito, con altri testimoni, sulla sua presenza o meno. Di cui allo stato di fatto, secondo quanto ricostruito in aula da altri testimoni, non c’è traccia ma che, secondo l’ingegnere, è stato realizzato. Ad essere ascoltati anche altri due consulenti, nominati dalle difese, tra cui un esperto in idraulica, che, su precise domande, ha parlato delle tre pompe, e delle loro specifiche, e sulla gettata delle stesse con un’incongruenza: la gettata richiesta era di 8 metri quelle montate ne avevano una da 4 metri.

I soccorsi

Altro tema su cui sono stati accesi i riflettori è quello dei soccorsi. L’ingegner Marco Bagetto dopo aver spiegato che la segnaletica era sufficiente ha risposto anche sulle tempistiche dell’intervento. I soccorsi sono stati chiamati dopo 11 minuti circa che l’uomo era intrappolato nella sua vettura dentro il sottopasso ed è stato fatto partire, su decisione delle centrale operativa, un mezzo dei pompieri da Ivrea che ha impiegato 30 minuti circa (quella notte pioveva a dirotto) e non da Rivarolo, che da corso Torino dove il camion dei Vigili del Fuoco era impegnato per altro intervento, avrebbe impiegato non più di 5 minuti per raggiungere il luogo e provare a mettere in salvo Guido Zabena.

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