Condannato per violenza sessuale e domestica

BORGARO TORINESE - Si è concluso con una condanna a quattro anni il procedimento a carico di Domenico M., assistito dall’avvocato Andrea Gallo del foro di Torino. L’uomo, accusato di violenza domestica e sessuale dall’ex compagna, è stato giudicato colpevole dal giudizio collegiale del Tribunale di Ivrea

Condannato per violenza sessuale e domestica
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BORGARO TORINESE - Si è concluso con una condanna a quattro anni il procedimento a carico di Domenico M., assistito dall’avvocato Andrea Gallo del foro di Torino. L’uomo, accusato di violenza domestica e sessuale dall’ex compagna, è stato giudicato colpevole dal giudizio collegiale del Tribunale di Ivrea

BORGARO TORINESE - Si è concluso con una condanna a quattro anni il procedimento a carico di Domenico M., assistito dall’avvocato Andrea Gallo del foro di Torino. L’uomo, accusato di violenza domestica e sessuale dall’ex compagna, è stato giudicato colpevole dal giudizio collegiale del Tribunale di Ivrea. Nonostante l’uomo si professi ancora innamorato della donna, a nulla sono valse le sue giustificazioni. Il racconto di quanto avvenuto nella coppia durante le udienze precedenti non è stato lineare a causa della situazione spiacevole vissuta dalle parti offese, la donna coinvolta ed i suoi familiari, che hanno sempre dichiarato di essere a conoscenza del clima teso che c’era nella coppia. Minacce, telefonate insistenti, una pistola che non tranquillizzava nessuno, il gesto estremo della donna di buttarsi da un furgoncino in movimento: anche la difesa ha confermato il rapporto litigioso tra i due, ma sulla violenza sessuale la situazione resta poco chiara, perché mentre la donna affermava di non volere rapporti con il compagno, allo stesso tempo cercava di avere un figlio. Per la difesa, a contare molto in questo procedimento e nel comportamento della coppia, ed in particolare dall’imputato, è l’ambiente culturalmente basso. Inoltre l’avvocato difensore ha ricordato come non esistano referti o certificati medici che attestino alcun tipo di violenza sulla donna. Le uniche prove a sostegno della tesi della parte offesa sarebbero le testimonianze di alcuni condomini che avrebbero sentito urla e litigi, oltre alle chiamate fatte ai Carabinieri. Anche per quanto riguardava la minaccia con la pistola, durante le perquisizioni non era stata trovata alcuna arma e per questo la difesa ha chiesto l’assoluzione, mentre le parti lese hanno richiesto un risarcimento complessivo di 120.000 euro, cifra inarrivabile per le condizioni economiche dell’imputato. Dopo la condanna a quattro anni di reclusione, difesa e imputato si preparano a ricorrere in appello.

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